IL DILAGARE DELLA DISEGUAGLIANZA



Il primo maggio si celebra la festa del lavoro, una festa che mette a nudo, però, la mancanza di lavoro e, in subordine, il crollo dello stato sociale con una crescente deriva di povertà in Italia e nel mondo. La verità è, infatti, che viviamo in un mondo sempre più diviso tra ricchi e poveri, tra il famoso 1% che detiene metà della ricchezza mondiale e il resto che si divide le briciole. A qualcuno poi non tocca assolutamente nientwe. Dopo quasi 10 anni di crisi le diseguaglianze sono aumentate ulteriormente e ancora a vantaggio del famoso 1% che ha incrementato ulteriormente la sua quota di reddito, il suo patrimonio, la sua esosa ricchezza e il suo potere non solo economico, ma anche e soprattutto politico. Ora, tuttavia, sembra che anche che i ricchi si preoccupino della loro ricchezza, il che vuol dire che sono messi proprio male ance loro: questa è la cifra dell'impoverimento generale che coinvolge tutt ormai. E si torna in tal modo indietro all'epoca di Dante, quando la ricchezza era nelle mani dell'10%. . Se l'attenzione si sposta seriamente sull'importanza che la condizione patrimoniale riveste per la vita delle fasce più povere della popolazione di un paese. La ricchezza, dunque, pur minima, ma sufficiente, fornisce da una parte una misura della capacità delle persone di resistere agli shock improvvisi dell'economia e a investire nel futuro. Per arrivare a questo, occorre deregolare i mercati del lavoro e rendere più ricco lo stato sociale, tagliandi i privilegi ingiustificati dei vertici degli Stati
Casalino Pierluigi