di Casalino Pierluigi
Una delle principali ragioni dell'attuale drammatico declino intellettuale sta nel progressivo abbandono degli studi classici e della formazione letteraria e filosofica, oltre che dell'esigenza della lettura Una delle eccellenze della cultura italiana, il liceo classico, è nel frattempo sotto assedio nel nome di una non ben meditata concezione didattica che assegna solo alla conoscenza tecnica e scientifica il primato del sapere e della vita associata. I risultati di tale atteggiamento, soprattutto in Italia e in Europa, contribuiscono ad una deriva della stessa capacità espressiva e ad un impoverimento spaventoso del senso critico, con riflessi negativi sul confronto civile e sulla possibilità di capire la libertà, la bellezza e la concordia. Anche illustri scienziati , soprattutto essi, si rammaricano di simile deriva che, nel nome di una pretesa ed illogica ed assurda separazione tra la cultura classica e quella scientifica, affossa lo spirito dell'uomo e ne determina terribili conseguenze per le relazioni tra i popoli. Il patrimonio della Grecia e di Roma, straordinario strumento pedagogico ancora attuale, nonostante tutto, consente alla mente di aprirsi e di riflettere sul concetto stesso di democrazia, una democrazia insidiata dalle oscure minacce di un sistema che ha condotto il mondo alla tragedia del terrorismo e del fanatismo, ma anche all'ignoranza di massa: fenomeni questi ultimi che vengono creati in seno alle segrete regie della logica di potenza e della criminalità organizzata spesso ad essa funzionale. Per concludere occorre rivitalizzare gli studi classici per riscoprire il valore della civiltà (ed essi sono già un valore aggiunto insuperabile), anche quella che guarda al futuro. Sovviene in proposito la frase del grande Ibn Rushd (l'Averroè dei latini, e quindi arabo imbevuto di cultura greca): una casa senza libri è una casa senza dignità.