Ernst Nolte, il grande storico: dalle sue teorie il futuro anti-ideologico

Nota di R. Guerra

In questa estate, 18 -8- è scomparso come noto il grande Ernst Nolte: lo storico tedesco che dimostrò, scandalizzando anche figure sopravvalutate come Habermas e l'intellighenzia di sinistra, la vera fonte di ispirazione per il nazismo, Hitler e l'olocausto. Ovvero il sistema staliniano e i gulag, esattamente i primi lager, come dimostrano le date stesse.  Tutt'oggi, anche a Ferrara, ad esempio, Nolte è considerato appena un revisionista limite, colui che tentò di giustificare il nazionalsocialismo, ovvero una ennesima prevedibile calunnia in stile KGP o anzi Gheppeù o le altre sigle della polizia segreta sovietica e comunista che a suo tempo, ancora prima di Hitler e già da Lenin  organizzò, basta leggere l'Arcipelago Gulag, un diversamente olocausto non solo degli ebrei russi, ma praticamente di ogni etnia, al 99% persone innocenti. Ma per la purezza della rivoluzione, c'erano anche  delle quote periodiche da sacrificare al Moloch Comunista  e Stalin, se il sospettato, quasi estratto a sorte come un Superenalotto, non si trovava, allora si prendeva il vicino di casa e cose del genere, anche più sconcertanti.  I tardocomunisti ancora non hanno assimilato la lezione dei dissidenti e tantomeno le analisi molto verosimili di Nolte. Pure se in Italia in futuro finalmente nascerà uan normalità anti-ideologica, archiviando il novecento dicotomico fascismo-antifascismo, per forza di storia  e di verità, saranno certamente Renzo De Felice e in scala ancora più ampia  e complessa proprio Ernst Nolte,  i Maesti di riferimento, anche e soprattutto scolastico!!!

Fonte Secolo d'Italia

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È  morto a Berlino, all'età di 93 anni, lo storico tedesco Ernst Nolte, la sua tesi sui totalitarismi del Novecento – che tendeva ad equiparare bolscevismo e nazionalsocialismo – ha suscitato aspre polemiche, generando per Nolte l'etichetta di capofila del filone revisionista. Nolte, che fu allievo di Heidegger e che si laureò con una tesi sull'idealismo in Marx, venne addirittura accusato di negazionismo. L'articolo che attizzò le polemiche più feroci contro di lui venne pubblicato nel 1986, con il titolo "Il passato che non passa", e Nolte vi illustrava la sua tesi di un nesso casuale tra comunismo e nazionalsocialismo, nato quest'ultimo proprio come reazione all'affermarsi dell'ideologia bolscevica che dalla Russia minacciava di espandersi anche in Germania. Già nel 1963 aveva pubblicato "Il fascismo nella sua epoca" senza però che la com,unità degli storici facesse quadrato contro di lui. La tesi esplicitata nell'articolo del 1986 e poi illustrata con dovizia di analisi nel libro Bolscevismo e nazionalsocialismo. La guerra civile europea 1917-1945 era però più ardita e introduceva un nuovo paradigma interpretativo dei fascismi.  Il nazionalsocialismo è per Nolte una forma di fascismo particolarmente radicale, perché adotta i metodi violenti dell'avversario e persino la sua pratica sterminazionista. Il gulag precede il lager e ne è anche, in un certo senso, la premessa indispensabile. Affermazioni che suscitarono l'aspra critica di Habermas il quale accusò Nolte di voler in qualche modo giustificare il regime di Hitler.
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