Sulla Rai Pierfranco Bruni parla di Raoul Maria De AngelisIl Novecento letterario di Raoul Maria De Angelis su Rai 3 nel racconto di Pierfranco Bruni Mercoledì 4 febbraio – ore 10.00Mercoledì 4 febbraio prossimo Pierfranco Bruni porta su Rai 3, ore 10.00 Spazio Libero,, la figura e l'opera dello scrittore Raoul Maria De Angelis e il suo legame con il Mediterraneo e Roma.Lo scrittore calabrese nato a Terranova da Sibari, (Cosenza) nel 1908 e morto a Roma nel 1990 viene riletto proprio attraverso il suo "cordone" che va dalla Magna Grecia a Roma attraverso i suoi scritti e i suoi incontri in una Roma che era il riferimento di modelli culturali tra le diverse realtà letterarie e artistiche.A raccontare, nei Programmi dei Servizi Parlamentari, De Angelis sarà lo scrittore e Responsabile Progetto "Etnie e Letteratura" del Mibact Pierfranco Bruni, il quale ha sottolineato: <<Raoul Maria De Angelis fu uno scrittore, artista e un giornalista i cui natali sono nella ragnatela della Calabria ma la sua formazione si sviluppa intorno ai grandi dibattiti culturali romani. Scrive romanzi importanti con i quali si aprono dibattiti e prospettive per il Novecento letterario europeo. De Angelis è l'aurore, tra l'altro, di "Inverno in palude" del 1936, di "Oroverde" del 1940, di "La peste a Urana" del 1943, di "Panche gialle – sangue negro" del 1959, di "Amore di Spagna" del 1968, di "Moneta falsa" del 1985. Nel 1953 pubblica anche un testo di "Poesie">>.De Angelis resta lo scrittore che vive pienamente il Novecento tra "realismo" e metafore che si sprigionano in un gioco di immagini e di coloriture che hanno come centro il tema dell'Occidente ed Oriente nel Mediterraneo. L'appuntamento su Rai 3 costituisce una finestra aperta su un Novecento letterario da ricontestualizzare e riproporre".
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...