La prima guerra mondiale. Questioni ancora aperte

La prima guerra mondiale fu combattuta per tanti motivi,  ma anche per nessun motivo reale. E soprattutto di quest' assenza di motivi tutti i protagonisti se ne avvidero solo quando erano ormai dentro il conflitto. D'altra parte  tutti i combattenti cercavano di imporre la propria volontà agli altri, senza avere un'idea chiara di cosa esattamente fosse quella volontà. Sia l'uno che l'altro degli attori in causa, infatti, trovavano difficile definire i propri obiettivi di guerra. Quando i tedeschi avanzarono proposte di pace, come nel 1917 alla Russia e, più vagamente, alle potenze occidentali, la loro unica preoccupazione fu di migliorare la propria posizione strategica in vista della prossima guerra; anche se una prossima guerra non ci sarebbe stata se i tedeschi avessero vinto la prima. Gli Alleati avevano, in un certo senso, un compito più facile: potevano limitarsi a chiedere ai tedeschi i frutti delle loro prime vittorie. Oltre a ciò gli Alleati a poco a poco formulavano una serie di idealistiche finalità di guerra con l'aiuto e dietro il suggerimento degli americani. Non erano certo questi gli obiettivi con cui gli Alleati erano scesi in guerra e nemmeno quelli per i quali si battevano adesso. Il programma idealistico scaturiva semmai dalla convinzione che un conflitto, combattuto in quella misura e con tali sacrifici, dovesse avere un risultato grande e nobile. In sostanza scopo della guerra era la vittoria: la vittoria avrebbe per lo meno fornito il risultato. E così fu. La seconda guerra mondiale nacque dalle vittorie della prima, e  dal modo in cui quelle vittorie furono usate. Due furono le vittorie decisive, nella prima guerra mondiale, anche se allora l'una oscurò l'altra. Nel novembre del 1918 la Germania fu decisamente battuta dagli Alleati sul fronte occidentale, ma prima ancora l Germania aveva sconfitto la Russia ad est, e questa vittoria ebbe una profonda influenza sull'andamento del periodo fra le due guerre. Prima del 1914 c'era stato un equilibrio, per cui l'alleanza franco-russa si contrapponeva alle potenze centrali. La guerra, quando cominciò, fu guerra continentale, combattuta su due fronti. Salvo gli inglesi, che in un primo momento non schierarono che centomila uomini, gli altri misero in campo milioni di uomini. In seguito anche la Gran Bretagna creò un esercito di massa e analogamente si comportarono gli USA quando nel 1917 entrarono nel conflitto. Questo rafforzamento sul fronte occidentale giunse troppo tardi per salvare la Russia dalla catastrofe: le due rivoluzioni del 1917 e la disfatta militare la tirarono fuori dalla guerra; nel marzo del 1918, la nuova dirigenza bolscevica conclusero senza discutere la pace di Brest-Litovsk. La successiva sconfitta ad Occidente costrinse la Germania ad abbandonare gli acquisti che allora aveva fatto; ma il risultato maggiore non poteva essere  disfatto: la Russia usciva dall'Europa e cessava di esistere, per allora, come grande potenza. Il firmamento europeo era fortemente mutato e a vantaggio della Germania, nonostante la sconfitta, Dove prima, sul fronte orientale, c'era stata una grande potenza, c'era adesso una terra di nessuno, fatta di tanti piccoli stati e, dietro, il buio dell'ignoto, cioè una Russia lontana ed enigmatica, oscura alla comprensione. Per molti anni, dopo il 1918, nessuno avrebbe saputo dire se la Russia avesse qualche potenza e, in caso affermativo, quale uso ne avrebbe fatto. Ma alla fine del 1918 tutto ciò non importava molto. La cosa importante, allora, era che la Germania era stata sconfitta senza aiuto della Russia, e sconfitta prevalentemente, se non esclusivamente, sul fronte occidentale. Questo esito inatteso determinava il destino dell'Europa, se non al mondo intero, Non solo, tale conclusione diede all'Europa un carattere diverso da quello ce aveva avuto prima del 1914. Ora le grandi potenze erano la Francia, la Germania, se pur battuta, alle quali si aggiungeva per cortesia l'Italia, mentre gli USA occupavano ancora il posto periferico già occupato dalla Gran Bretagna. Il centro di questa nuova Europa era sul Reno, anzi a Ginevra. La Russia non contava più come grande potenza; la monarchia asburgica aveva cessato di esistere. L'Europa come concetto politico si era spostato nettamente verso ovest. Nel 1918, e per molti anni successivi - in realtà fino al 1938-, si dette per scontato che la direzione del mondo stesse nelle mani di quelle che erano state un tempo le potenze occidentali.
Casalino Pierluigi, 6.02.2015