DA IL BORGHESE 01-2014) Sfide di Pound, poesia-vita arte-usura di VITALDO CONTE UN NOVECENTO - letterario, artistico, filosofico - controcorrente è «riletto» soprattutto dai giovani, anche in maniera «non conforme». Questi, in alcuni casi, hanno eletto gli autori «pericolosi» a riferimenti di opposizione alle derive massificate ed esteriori della globalizzazione economica e immaginale. Come nel caso di Ezra Pound, che ha espresso il suo pensiero prevalentemente con la fiamma della poesia, in quanto «in primo luogo bisogna essere un poeta». Ma nel suo essere poeta c'è il riformatore, il moralista, il flagellatore dei vizi del mondo, fino al considerarsi un «libero elemento». La vita e l'opera di Pound possono divenire illuminanti
«maschere» di attualità, prestandosi per la loro complessità a una «rilettura» con lo sguardo rivolto ai suoi percorsi artistico-culturali e sociali.
È stato un autore incompreso, oltraggiato, amato e odiato: acclamato da molti come il più grande poeta del 900. Anche le critiche più feroci non ne hanno indebolito il pensiero, in quanto: «Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui».
Ezra Pound - nota Giano Accame in Arte ed Usura - è il poeta che si è più occupato di economia,non soltanto in una quantità di articoli e saggi, ma anche nei suoi Cantos. Ponendoci anzitutto il problema dei rapporti tra economia e poesia: se questi due campi dovevano rimanere separati da una reciproca diffidenza o se era lecito includere l'uno nell'altro. Le arti, in genere, chiedono all'economia una generosità rispettosa e consapevole, non invasiva nella committenza. Dall'altra parte economisti ed operatori economici non sono disposti a farsi insegnare il mestiere dai poeti, come avrebbe preteso Pound.
La ricerca del nuovo nell'arte contemporanea è, infatti, un imperativo: una merce deve sostituire un'altra al momento opportuno, giacché è l'economia, il fattore epocale più invadente. Questa dinamica è suscitatrice però di ansie, frustrazioni, speranze, avidità, incertezze e cambiamenti: a causa dell'avidità del denaro in cui Pound individua la radice del male.
«L'artista non può ignorarlo, come in passato non poté ignorare i travagli della teologia, ... le lotte di religione» (Accame).
Pound attribuisce all'usura, categoria economica che umilia i valori dell'essere, un grande rilievo, usando la connotazione dantesca di peccato contro l'arte, come scrive nel Cantos
XLV: «con usura / non v'è chiesa con affreschi di paradiso / (...) non si dipinge per tenersi arte / in casa, ma per vendere e vendere / presto e con profitto, peccato contro natura».
Questa perversa inclinazione è riscontrabile oggi in maniera ancora più evidente nei rapporti con il mondo dei fenomeni artistici, impigliati nella ragnatela dei sistemi dell'arte con le loro logiche mercantili, più interessate ai prodotti che agli artisti.
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L'establishment economico non gli perdonò la sua lotta contro l'usura: lo presero per pazzo, in quanto indicava la manipolazione monetaria come il problema del secolo. A distanza di decenni però il muro di Berlino è caduto, mentre quello di Wall Street ancora incombe con le sue speculazioni e tossicità valutarie, la disoccupazione
di massa, la fame del mondo. La sovranità monetaria è sottratta ai poteri nazionali e democratici, attraverso una «tutorcrazia» finanziaria che la consegna ai mercanti di debito «creato», elevando così il denaro a valore dell'Occidente.
Pound, nel tentativo di delineare una storia dell'umanità intorno al filo conduttore dell'usura, fonte di corruzione morale e decadenza sociale, traccia la sua autobiografia, intricata, piena di quella disperazione che emerge dal tono degli ultimi Cantos, attraverso (come è accaduto per altri
autori) un viaggio «verso il terminedella notte».
Nella sua essenziale scrittura si ritrovano mito e realtà, fantasia ed economia. L'impalcature linguistica coniuga, nel medesimo contesto, classicità e sperimentazione, poesia e prosa, scritto e parlato, ricercando temi «a caso» che aspirano a divenire una musica assoluta. La pur effettiva incoerenza dei suoi Cantos (come lo stesso rilevava) sono rilevatori di un sistema di valori e di una loro verifica.
Divenne il maestro e punto di riferimento di avanguardie novecentesche, di intellettuali e poeti, nella costruzione di un verso puro, limpido, capace di elevarsi aldilà delle contingenze della parola per trovare una dimensione di metafisica compostezza nella totalità del significato. Questa lirica è un riferimento per una testualità scritta ma anche per una fuoriuscita immaginale e fonica della parola, influenzando le poetiche verbo-visuali.
Pound ebbe frequentazioni con i dadaisti e Marinetti. Fu tra i principali promotori di movimenti di avanguardia letteraria: come l'Imagismo e, poi, il Vorticismo. Nella poetica dell'Imagismo non si utilizza l'immagine per evocarne una privilegiata ìe intraducibile in un referente esterno, ma per rimandare a un dato sensoriale che ha connotazioni emozionali.
L'immagine è un'estetica trascendentale, proposta attraverso un'espressione linguistica. Aderì successivamente al Vorticismo: la poesia è lingua dell'esplosione dei valori vitali essenziali, esplorando la complessità psichica, gli effetti di simultaneità e spazialità dell'immagine poetica. Si chiamarono Vorticisti volendo essere il punto fermo del vortice: una metafora del divenire, del movimento, delle mode che ruotano appunto vorticosamente nel tempo storico che ciascuno vive.
La bizzarria naturale di Pound ha talora una carica comica che può risultare
illuminante. Si racconta che, in una colazione letteraria a Londra, dopo aver rifiutato il cibo, mangiò
(con forchetta e coltello) i petali di una rosa raccolta dal tavolo. Questa rosa può divenire una maschera-memoria di un «tempo perduto», che sta ai nostri sentimenti tenere in vita
o resuscitare con l'azione:
«Tu conservi il tuo petalo di rosa / Finché il tempo delle rose non ci sarà più / (...) le nuove rose sentiranno la tua mancanza?»
INFO
EZRA POUND WIKIPEDIA