Le 7 meraviglie del compagno Matteo Renzi


Le sette sfide di Matteo Renzi
Così il segretario Pd si gioca tutto


La legge elettorale, le riforme costituzionali, le elezioni europee e quelle sarde, le spaccature interne al partito. Ecco quali sono le tappe che il sindaco di Firenze dovrà affrontare per non essere rottamato


di Marco Damilano 
















Le sette sfide di Matteo Renzi <br/>Così il segretario Pd si gioca tutto

«Ma come avete fatto a trovare l’erede di Berlusconi? Noi non ci siamo riusciti in venti anni», ha chiesto Mariastella Gelmini a Rosy Bindi dopo le prime uscite del neo-segretario del Pd Matteo Renzi. «C’è una differenza, dopo quello che è capitato a Gianni Cuperlo ho capito che in confronto a Renzi Berlusconi è buono».

L’entusiasmo della parte avversaria, quella di Forza Italia «in profonda sintonia con noi», come ha detto il sindaco di Firenze dopo aver incontrato l’ex premier interdetto e decaduto nella sede di largo del Nazareno, è seconda solo allo sconcerto che il ciclone Matteo sta provocando tra gli alleati di governo, a Palazzo Chigi e nel suo partito. Il sindaco-segretario prova a entrare nella storia: il ragazzo di Firenze che a meno di quarant’anni fonda la Terza Repubblica. Con la proposta di legge elettorale ribattezzata Italicum, proporzionale con un premio di maggioranza che scatta per chi conquista il 35 per cento dei voti, eventuale doppio turno tra i due schieramenti più votati nel caso che nessuno riesca nell’impresa, soglie di sbarramento e liste bloccate, e con un pacchetto di riforme costituzionali che va dall’abolizione del Senato elettivo alla revisione del titolo V sul federalismo. Un obiettivo da raggiungere senza badare ai mezzi: la spregiudicatezza, incontrare il Giaguaro di Arcore per mettere con le spalle al muro i partiti minori, a partire dall’Ncd di Angelino Alfano, la brutalità, la ferocia, nei confronti dei nemici ma anche dei critici interni al partito, da Cuperlo a Stefano Fassina, altro che lo stil novo lezioso e effimero cui sembrava ispirarsi il giovane sindaco negli anni dell’esordio politico, la rapidità di esecuzione che fa sembrare gli altri protagonisti inquilini del museo delle cere. Sui tempi, sulla velocità delle riforme Renzi punta gran parte della sua credibilità e del suo futuro. Ha già convocato a raffica due direzioni del Pd, una sul lavoro e una sull’Europa, «tra quindici giorni, c’è già troppa carne al fuoco». E lo chef rischia di scottarsi. «Nei prossimi quattro mesi mi gioco tutto», ammette il leader. L’ingresso nella storia, la faccia, il consenso. Vediamo perché......CONTINUA