Estense com- Contro Gianni Venturi passatista

 


A pochi isolati da casa mia a Firenze c’è un cosidetto Museo vinciano dove sono ricostruite alcune tra le invenzioni del genio Leonardo. Tra i gadgets quello che attira di più bambini e adulti è un orologio che si legge all’incontrario e che ha bisogno di uno specchio per essere decifrato  correttamente. Probabilmente gli spin doctors del Sindaco fiorentino si sono ispirati a quel gioco per compilare gli  spesso imbarazzanti slogans che punteggiano il desco-palcoscenico su cui si è esibito il candidato Renzi. Uno per tutti il clamoroso “vincere” che dietro  porta “perdere bene”. Ma come è stato detto non è che ciò che il sindaco esibisce negli slogans che  porterebbero, secondo il sistema leonardesco, ad affermare come positivo ciò che NON si vuole, sia di sua natura avvicinabile a certi discorsi pronunciati dal balcone di Palazzo Venezia o da quello di Palazzo Grazioli. Semmai induce allo sconcerto, se si vuole essere buonisti. Certo che tra freccioni sul padellone tondo in cui era issato il candidato, irrefrenabile il pensiero corre a Crozza e ai suoi “renzini”.

E’ questo che vogliono gli elettori del PD? Sono queste le proposte che vengono fatte tra tripudio di linguaggio sportivo da “autogol” ,  a il “ping pong delle leggi”, dalla “classifica” fino alla strepitosa immagine ( la devo a Sebastiano Messina su “La Repubblica”) che avrebbero sottoscritto o Liala o la Carola Prosperi quest’ultima  tanto amata dalla mamma di Natalia Ginzburg –vedi Lessico famigliare- Eccola: ”Questo è il primo passo di una maratona. Come il primo bacio tra due fidanzati. Non possiamo dire tutto in una volta, però cominciamo…”. No caro Renzi, proprio non va. Il linguaggioe le metafore vanno  rispettati specie da chi si picca di scrivere libri e di confrontarsi con Dante. E poi, basta con questo spreco degli affetti e dell’intimità di pensiero con tutto quel riferirsi a Massimo, a Valter, a Enrico e via pargoleggiando. I competitors si chiamano col cognome proprio come a scuola e suona assai triste l’intervista fatta dall’ultimo “convertito”:Nicola Latorre tutta punteggiata da “Gesù!”, “Per l’amor di Dio!” che così rivela il suo salto della quaglia: “D’Alema è stata la prima persona  a cui ho rivelato che era giunta l’ora di Matteo…”.

Contenti loro
Gianni Venturi


ESTENSE COM


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**** COME DIREBBERO.... ENZENSBERGER, LACAN, DERRIDA, BAUDRILLARD, CHOMSKY, LOTMAN, GREMAIS, BIFO!..  non la miseria di certa Intellighenzia ferrarese radical accademico chic, naturalmente contro il rottamatore Matteo Renzi... per fortuna non tutti allocchi a Ferrara, questi commenti critici contro il guru locale G. Venturi (neppure su Wikipedia! tanto è autorevole!e!) lo dimostrano

 
****COMMENTI AD HOC..... 
Tony ha scritto il 14 ottobre 2013 alle 9:50
Prof. Venturi,
abbiamo capito che Renzi non le piace. Sta diventando una fissazione o sta partecipando alla campagna di discredito lanciata dalla vecchia guardia del PD?
Per me attaccare Renzi sulla forma dialettica e comunicativa suona un po’ stonato. Specie se non si è detto nulla prima sulle metafore dei tacchini e dei giaguari che hanno sanzionato il paese con questa meravigliosa compagine governativa.
Chi attacca solo la forma (che è esposta a un giudizio soggettivo) fa pensare che non si senta molto sicuro sulla sostanza (che invece è quella che influenzerà la nostra vita e quella dei nostri figli).


Francesco Giombini ha scritto il 13 ottobre 2013 alle 19:00 Allora è proprio vero che la storia si ripete! Io ero convinto del contrario, ma dopo la lettura di questo articolo capisco di avere sbagliato. Negli anni ’70 certa intelligenza di sinistra inveiva sguaiatamente contro Pannella perchè le sue proposte erano borghesi, e quindi uguali a quelle della destra. Oggi si identificano berluscones e grillini in un magma indistinto che, ovviamente, puzza di populismo alla stessa maniera. Mai avere nemici a destra, ma solo a sinistra! Così il proprio orticello è salvo e nel frattempo il Paese resta lo stesso, riuscendo a spingere Pannella tra le braccia di Silvio e regalando a Beppe camionate di voti. Che bellezza! Ah, dimenticavo, una domanda al Professore: chi è che ha reso Santa Croce e altre parti del centro storico libere da auto e motorini che prima vi scorazzavano impunemente?


Roberto Zambelli ha scritto il 14 ottobre 2013 alle 7:33

Gianni Venturi,
nessun veleno e nessuna antipatia, ma solo l’amara (velenosa???) considerazione che lei continua ad usare la cultura per suoi fini personali, e fin qui tutto ci potrebbe stare senza grossi problemi, ma la questione diventa etica nel momento in cui per fare questa operazione inserisce elementi che offendono la stessa logica del suo discorso alla fine banalizzandone persino i nobili, ma solo presunti(almeno leggendo quello che scrive qui)intenti.
Avrebbe potuto parlare di bellezza e potere senza parlare di Firenze (località altra rispetto alla Ferrara in cui lei vive)? Sicuramente sì!
Avrebbe potuto allargare, localizzandolo, il discorso su Ferrara? Sicuramente sì!
Avrebbe potuto evitare di parlare di berlusconismo e di grillismo contapponendoli, e non unendoli, al centrosinistrismo, e per di più facendo di ogni erba un fascio? Sicuramente sì!
Avrebbe potuto, ma non l’ha fatto! Perché? Forse anche lei vuole cavalcare l’onda della moda?