Di Stefano Tassinari, figura eclettica del panorama culturale italiano, e della sua opera, si parlerà domenica 27 ottobre alle 10 a Ferrara, nella sala auditorium della scuola di musica moderna a lui intitolata (via Darsena 57).
Scrittore, giornalista e politico ferrarese trapiantato a Bologna, ma sempre intimamente legato alla propria città, Tassinari è stato un intellettuale a tutto tondo, che ha concepito l’impegno culturale come essenza di un progetto politico di profonda trasformazione della società.
In particolare, la sua attività giornalistica sarà al centro della riflessione a poco oltre un anno dalla scomparsa e la giornata, accanto al ricordo, avrà lo scopo di indagarne la ricca e complessa personalità. Punto di partenza saranno i suoi scritti per Luci della città, “mensile di informazione, cultura e spettacolo” da lui diretto fra il 1985 e il 1990, paradigma di una ben precisa e connotata concezione politico-sociale movimentista, sempre attenta e sensibile ai fermenti e ai mutamenti sociali. Non a caso Stefano Tassinari è apprezzato e riconosciuto interprete letterario delle istanze partecipative e degli impulsi di radicale trasformazione che in Italia hanno avuto il loro acme fra il 1968 e il 1977. Di quella mancata rivoluzione democratica si ritrovano significative tracce e illuminanti interpretazioni praticamente in tutta la sua opera narrativa, con particolare insistenza nel romanzo “L’amore degli insorti” e nel suo ultimo lavoro, la raccolta di racconti edita sotto il titolo “D’altri tempi”... C
http://www.estense.com/?p=335290
*NOTA DI ASINO ROSSO1.... si sa nessuno profeta in patria, ma non sempre... Ebbene Stefano Tassinari, prematuramenate scomparso, fu certamente abbastanza noto anche a Ferrara negli anni mitici 70 ecc. ma non tanto come scrittore... Era una esponente ortodosso dell'estrema sinistra, altro che mancata rivoluzione democratica, come scrivono su Estense com, recentemente un poco in deriva ideologica e da quelle parti.. Poi certamente anche uno scrittore di stoffa, Tassinari, un ottimo promotore culturale e giornalista italiano (Il Manifesto...) , con una rivista, Luci della Città, pur nei limiti di cui sopra, underground e di rilievo. E in seguito anche figura di spicco, sempre tra luci culturali e ombre metapolitiche però, a Bologna, in Emilia Romagna e in Italia in circuiti molto precisi. La sua cifra letteraria è tutt'oggi sottovalutata: si tende a puntualizzare sempre lo sfondo politico-culturale, invece, la storia dovrebbe insegnarlo, il suo percorso più debole... Nel nostro dizionario letterario ferrarese del 2012, abbiamo al contrario evidenziato la sua parola utopico poietica e poetica, secondo noi una "scientifica riflessione "...dopo, al di là di quel'ideologismo, quasi revisionista alla rovescia, che certa esegesi insiste - al passo con certo arroccamento finale di una generazione più fallimentare che propulsiva.
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