Ferrara: il buon amanuense samaritano e la confraternita franceschiniana...


 

I. l gesto è lo stesso che faceva il fornaio nel secolo scorso, la porta è la stessa. Una mano femminile abbassa la maniglia, consumata dal tempo, con decisione. Mi apre e mi invita a entrare. Le piastrelle di ceramica bianca sono quelle di allora e anche l’imponente forno a due bocche troneggia ancora sul fondo del negozio. Tutto uguale. Oggi però si entra nel portone di via Carmelino 15/17 non più per riempire il sacchetto della spesa con il pane caldo, ma stregati e incuriositi dal profumo sottile del legno di Cirmolo.

Dal Duemila le ceste e le cassette di legno non contengono più pane, coppie ferraresi, filoni, paste e biscotti, ma sono diventate valigie e scatole ricolme di legni di varie misure e qualità, proteggono la lama di sgorbie e scalpelli affilatissimi. Gli strumenti di Flavia Franceschini, ebanista e intagliatrice dal 1980.

L’incontro. Mi siedo nelle comode poltrone del salottino ricavato nell’atelier. Flavia si accorge che guardo in alto, verso le sue opere più recenti, figure femminili appena accennate, bianche, illuminate nella trasparenza di stoffe, gessi, sete, pvc, tracciate con l’acrilico, tirate con la colla e sfumate con la terra. Non ho il tempo per fare la prima domanda, Flavia mi prende in contropiede con la risposta: «Sono presenze misteriose che volavano nell’ambiente, nella città. Ci sono gli amanti di via Vegri, puoi riconoscere la contessina Nelda, sono tutti personaggi, soprattutto donne, protagoniste di storie e fatti veri, avvenuti a Ferrara nel secolo scorso».

La collezione si chiama “Diafane presenze”, ed è una interpretazione scultorea delle poesie scritte dal papà Giorgio (famoso avvocato, politico e storico, scomparso nel 2012). Flavia si riannoda a lui utilizzando la stessa parola “diafana”, contenuta in una delle venti poesie della raccolta “Sentieri antichi”, quella intitolata “Mito di Eco e Narciso”, del 1943: “O creatura diafana, che accorri dolente ove si smorza la nostra voce, ti immagino triste se sai il suo desiderio di un'ora. Ti vide, su molli prati, vagare nell'attesa rassegnata del tramonto angosciata dalle inutili forme della tua terra e con te chiese di piangere sulla bellezza. E strinse il suo corpo con le tue braccia e si amò in te”.

Il padre. Il padre è stato un appassionato uomo politico, come del resto il fratello Dario (avvocato, scrittore e politico, attuale ministro del governo Letta), Flavia è cresciuta nella “passione” civile e sociale, cercando per sé uno spazio più creativo, pur nel solco dell’impegno. Ecco perché ha sentito, e tuttora sente, l’urgenza di registrare la nostra storia. Ha realizzato più di cento documentari video dei principali avvenimenti ferraresi degli ultimi decenni e numerose interviste a personaggi. Nelle sue registrazioni si coglie da una parte l’atteggiamento del regista-etnografico, scientifico e metodico, dall’altro però anche il tono più distaccato e creativo, che quando può diventa curioso e leggero. Azzardo a definirla una “documentazione giocosa”..... C

http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/10/12/news/un-mondo-pieno-di-cose-nel-salotto-di-flavia-1.7909823