Karl Bartos, tastierista storico dei Kraftwerk, tra i protagonisti del Karel Music Expò, il festival internazionale delle culture resistenti inaugurato il 3 ottobre scorso a Cagliari. Bartos, pioniere del rock elettronico con i Kraftwerk - la band tedesca in cui militò per sedici anni, quelli compresi tra il 1975 di Radio-Activity e il 1986 di Electric Café - sarà di scena sabato 5 ottobre al Teatro Civico. Presenterà il suo ultimo lavoro in studio Off the record con una produzione live inedita che comprende 90 minuti di musica e visual originali.
Bartos, lei è un artista decisamente versatile e ogni definizione, nel suo caso, rischia di essere riduttiva. Lei come si definirebbe?
"Un audio visual artist. Fino a qualche anno fa credo che al definizione giusta fosse recording artist, ma i dischi oggi non ci sono più, non esiste più la record industry, e quindi sarebbe in qualsiasi caso sbagliato. Oggi il centro dell'attività di un musicista è rappresentata dai live, i concerti. E dato che nei miei concerti punto tutto sul rapporto tra musica e immagine penso che sia più corretto definirmi un artista audiovisuale. E non perché non mi piaccia essere definito ancora musicista, ma perché negli ultimi dieci anni mi sono mosso nell'ambito della convergenza tra audio e video. È un interesse che è cresciuto nel periodo in cui ho insegnato come professore all'Università delle Arti di Berlino, dove ho approfondito la storia del cinema e il ruolo delle colonne sonore nei film. E quindi più in generale il rapporto tra suoni e immagini, che è un rapporto molto libero, ricco e interessante".
Certo, da quando lei ha iniziato a frequentare il mondo della musica le cose sono cambiate parecchio...
"Cambiato? Tutto è cambiato. La cosa che trovo divertente, sotto un certo punto di vista, è che siamo tornati a una situazione simile a quella degli anni Cinquanta, quando gli artisti per affermarsi e vivere dovevano soprattutto esibirsi dal vivo, i dischi non avevano un grande mercato. Ma allo stesso tempo devo dire che questa situazione caotica, in cui non c'è più nulla del vecchio mondo e il nuovo è in via di definizione, lascia spazio a molte cose interessanti: tutto è possibile".
Quindi si può dire che oggi lei lavora con maggiore libertà che in passato?
"Sì, ma se tu oggi non hai le idee chiare su quello che vuoi fare, la maggior libertà ti porta soltanto ad essere completamente perso. Perché le possibilità che hai davanti sono tantissime, perché le scelte che puoi fare conducono ad ogni possibile soluzione. Il che rende questi tempi particolarmente interessanti per chi vuole fare il musicista".
Cos'ha di speciale Dusseldorf, e perché in questa città si è concentrata così tanta creatività in Germania?..... C
http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2013/10/01/news/karl_bartos-67640590/