P.L. Casalino: GLI ARABI E LA LIBERTA'

 
L'antica storia degli Arabi, in epoca precedente Maometto, ci mostra questo popolo, individualista e tendenzialmente anarchico, fiero della propria indipendenza dallo straniero (come ben dirà più tardi lo storico e sociologo arabo Ibn Khaldun) e resistente a qualsiasi autorità che non fosse quella dei suoi stessi capi liberamente scelti in seno alla tribù. L'islam, che unì gli Arabi e li immise nella Storia, predicò la sottomissione di tutto il genere umano ad un Dio creatore e giudice, ma dal punto di vista dell'organizzazione sociale si limitò a inculcare l'obbedienza al Profeta, con qualche vago cenno ad organi e funzioni consultive tra i cedenti (che una certa facile moderna pubblicitica interpreta in senso democratico). In realtà il potere dei primi Califfi non fu certo assoluto, anche se gradualmente l'epoca classica dell'Islam vide il sorgere di un potere assoluto, che fece perdere agli Arabi la libertà nel corso del XVI secolo (e anche ci soccorre l'analisi lucida di Ibn Khaldun sullo smarrimento della " 'asabiyya" o spirito di corpo degli Arabi). La rinascita araba, iniziata nel XIX secolo, continua tra luci ed ombre, ed è difficile dire dove tale movimento conduca, di fronte a segnali tuttora contraddittori e non sempre incoraggianti, se pur nel contesto di una società ricca di mille risorse e fermenti tendenzialmente liberali e di crescente livello intellettuale, oltre che in certa misura neoilluministico.
Casalino Pierluigi