Philip Daverio e il Museo più bello dal futuro

Tra sogno e utopia, realizzare una collezione d'arte senza vincoli di spazio, denaro, appartenenza, può portare veramente lontano.

 

E così Philippe Daverio, dopo il clamoroso successo del primo episodio Il museo immaginato incentrato sulla sua passione antiquaria di voler mettere insieme la grande arte con curiosità, arredi e decorazioni per un ideale di casa improntata alla ricerca del bello, eccolo al nuovo e non conclusivo capitolo, Il secolo lungo della modernità (Rizzoli). È un viaggio tra l'Ottocento, in gran parte da riscoprire e affrancare dalla troppo semplicistica lettura del gene, e la prima decade del Novecento, ai limiti temporali di quelli che Eric Hobsbawn vedeva come i vagiti del secolo breve. Ma fa in tempo a inserire il Picasso delle Demoiselles d'Avignon e il Ready Made di Duchamp fermandosi, per ora, alla soglia del cosiddetto contemporaneo.... C

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