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Radio Radicale : La crescita si attacca al tram

 

Quasi ovunque in Italia mancano le risorse per tram, autobus e metropolitane. Il risultato della decennale gestione del trasporto pubblico locale è un servizio molto al di sotto dello standard europeo, anche in termini di efficienza e trasparenza delle aziende concessionarie, pubbliche, miste o private che siano.

Basti pensare l'età media dei mezzi pubblici italiani è tra le più alte in Europa. Tutto questo lede pesantemente la vita di milioni di pendolari ma anche l'economia dell'intero paese. 


FaiNotizia.it ha lanciato un'inchiesta su questo tema: 18 i contributi pubblicati finora. Contributi come quello di Maurizio Bongioanni e Mauro Ravarino dal titolo “TreniTaglia” in cui si racconta il caso della Val Pellice, in Piemonte, dove la soppressione dei treni locali ha obbligato i numerosi pendolari a lunghi spostamenti in autobus.

 

Rimettere in moto un Paese significa riavviare la crescita. I trasporti internazionali seguono una semplice logica gravitazionale: se l'Italia riparte tornerà ad attrarre flussi di merci e persone, ma se non riparte, non servirà a nulla costruire grandi porte d'accesso come il Tav, perché saranno in pochi ad attraversarle. E in economia è necessario fare delle scelte, specialmente se si ha un debito pubblico di 1.900 miliardi più interessi.
 

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http://www.fainotizia.it/partecipa/26-10-2011/lo-stato-di-crisi-dei-trasporti-pubblici-locali



Il monopolio di Trenitalia

Il trasporto pubblico solo nell'ultimo anno ha avuto quasi un miliardo di euro in meno di finanziamenti, scontando così drastici ridimensionamenti dei mezzi in circolazione e del personale impiegato.
Eppure negli ultimi 20 anni, si è registrato un aumento delle domande di trasporto ferroviario (in passeggeri al km) del 32% e del 5,5% delle merci.  All'aumento della domanda non è corrisposto però nessun incremento dell'offerta.
A differenza, ancora una volta di altri paesi europei: ad esempio in Spagna il traffico su ferrovia è aumentato del 33% e nel Regno Unito del 55%.
E’ evidente che il regime di fatto monopolistico di Trenitalia, gestore unico del servizio ferroviario regionale, non incentivi l’adozione di misure per migliorare l’offerta, l’efficienza e la puntualità del servizio, e questo nonostante i finanziamenti statali in ribasso.
D’altro canto le regioni affidano il contratto di servizio direttamente a Trenitalia, un soggetto privato che opera nell'interesse del suo profitto, senza bandire una gara e senza la garanzia di un certo livello di qualità del servizio. Solo nel 2009 il Piemonte ha indetto una gara internazionale per i servizi ferroviari, gara comunque poi vinta da Trenitalia.

 

 

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