Nel testo Abelardo considera la condizione degli “altri”, cioè non cristiani e non latini (in particolare arabi e ebrei), all’interno e ai confini della res publica della christhianitas: una sfida intellettuale che ieri come oggi suscita timore.
E alcuni ( a dire il vero pochi) pensatori cristiani, tra i quali si distingue Abelardo, segnalano l’effetto disastroso di tale timore. In proposito, tra le luci e le ombre, va ricordato l’influenza esercitata da filosofi come l’arabo Ibn Rushd (Averroè) e l’ebreo Ibn Maimun (Maimonde) sulla cultura occidentale dal Medioevo in poi.
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