Performativi sempre: oralità, scrittura, elettricità
In pochi si sono resi conto di quanto l'esplosione dei media elettrici abbia riabilitato la dimensione orale, interattiva e performativa della parola. La scrittura, nelle due versioni a mano e a stampa, ha sicuramente permesso agli uomini di raggiungere livelli di analisi ed elaborazione del pensiero sconosciuti nel mondo orale. Ma la scrittura, e la conseguente lettura, ha portato anche gli uomini a mettere in secondo piano il momento performativo e agonistico della parola e a privilegiare l'introspezione e l'isolamento.
Oggi, dopo oltre un secolo di sviluppo continuo dei media elettrici, si ha la possibilità finalmente di integrare la dimensione orale e quella scritta, l'aspetto performativo e quello riflessivo della parola.
E' evidente che l'uomo tipografico gutenberghiano vede ancora i nuovi linguaggi audiovisivi e multimediali come un ritorno alla barbarie. E in un certo senso è proprio così, a patto di togliere ai barbari la consueta connotazione negativa, poichè questa nuova oralità ci costringe a ritornare all'agone, alla sana performance primitiva, che l'uomo isolato nella scrittura/lettura a mano/a stampa aveva quasi completamente abbandonato.
Ecco perchè gli accademici sono da sempre i nemici di ogni innovazione tecnologica e da un secolo i nemici di ogni avanguardia. Sono proprio loro, con il loro studio e le loro analisi così sganciate dalla vita, gli emblemi del vecchio paradigma chiro-tipografico, da decenni messo in crisi dal prepotente ritorno di un nuovo momento orale (che uno studioso raffinato come W. Ong chiama proprio "oralità secondaria").
Per questo motivo oggi i net.futuristi preferiscono (e i futuristi preferirono un secolo fa) l'agonismo tipico della comunicazione orale, capace di rivitalizzare la parola, chiusa altrimenti nelle stanze polverose della riflessione accademica.
Per questo motivo oggi i net.futuristi preferiscono (e i futuristi preferirono un secolo fa) l'agonismo tipico della comunicazione orale, capace di rivitalizzare la parola, chiusa altrimenti nelle stanze polverose della riflessione accademica.
I tratti caratteristici della comunicazione scritta e di quella orale oggi si confondono.
La scrittura di oggi su un blog, in un social network, su un forum, in una chat si presenta in superficie come un'evoluzione della scrittura tipografica, ma in profondità ripresenta l'agonismo tipico della vecchia oralità. Si sviluppa così un nuovo tipo di agonismo linguistico, che ha la viva immediatezza dell'oralità e la pienezza riflessiva della scrittura. Ed è per questo che blog, forum, chat sono graditi ai veri avanguardisti.
Per questo motivo, il Net.Futurismo adotta da tempo lo slogan Performativi sempre. Il recupero (con evidenti trasformazioni) dell'aspetto performativo, partecipativo e agonistico della parola è davvero una delle più solide, radicali e gradite sorprese dell'ultimo secolo.
Certo, reggono ancora le palizzate erette dagli arroccati difensori del sapere solitario, isolante e isolato.
Sta a noi, avanguardisti del terzo millennio, buttare giù quelle fortificazioni.
Antonio Saccoccio