Non ci siamo. 16 febbraio 2010: due articoli in altrettanti quotidiani di Ferrara elargiscono ai lettori-cittadini le prove delle percosse inferte alla probità civica dalla disinvoltura del Comune.
Un giornale annuncia che la Provincia ha in mano i conti delle spese sostenute per fronteggiare neve e gelo dei mesi scorsi, e da quelli trae considerazioni e previsioni future. Viene poi precisato che il Comune invece non sa quanto spenderà. Lo saprà al ricevimento di due conteggi Hera che arriveranno più tardi, l’ultimo in maggio. Un’Autorità Amministrativa dà prova di essere più autorevole dell’altra. Continua la farsesca acquiescenza del Comune ad uniformarsi alle procedure di un particolare fornitore. E’ malizia se vengono in mente i vecchietti subornati da furbe badanti?
L’altro giornale rigira il coltello nella piaga ritornando alla vicenda ex Camilli, area oggetto di speculazione, acquistata da una certa società “Diogene” (di due calabresi, liquidata nel 2003), prima di essere ceduta al costruttore Sardo che s’impantanerà con le bonifiche: una polenta mal menata, con l’aggiunta di ingredienti indigeribili come i due famigerati “cunei verdi”, geometrie prive di angoli acuti a dispetto del nome perché rettangolari. I quali “raccorderebbero” via Rampari di S. Paolo con la Darsena, non curandosi di ostacoli naturali, quali una strada a traffico intenso e un tratto di antiche di mura, per mostrare l’acqua lurida del Volano ai visitatori del museo della Shoah.
Inesorabile, l’articolo è corredato di foto del modellino del progetto con due rettancunei alieni poco discosti fra loro. Una visione sconsigliata ai cardiopatici: c’è da farsi venire un colpo vedendo che la superficie “a verde” di quelle due stupidaggini serve in pratica a “compensare” la progettata sottrazione di area verde della Darsena, per far posto a nuove costruzioni accanto al fiume! Altro che inverosimile raccordo del retro delle carceri/Shoah col Volano!
Incredibile! Abbiamo un grazioso spazio verde in riva al fiume, alberato. E’ esistente e fruibile: ce l’abbiamo già, senza doverlo desiderare, conquistare, far debiti. Ma dovrebbe sparire per le paturnie di architetti alla moda!
In questo abisso d’abiezione è previsto pure un palco galleggiante per concerti! Che ce ne frega se il fiume racchiuso fra due sponde di costruzioni sia una guida acustica ideale per massacrare ghiandole e orecchie anche a chilometri di distanza!
Il concetto dei farneticanti “rettancunei verdi” non differisce, quindi, da un cavallo di Troia per spianare la via ad appetiti lungimiranti. Trovano così una triste spiegazione le inammissibili permute per Sardo con aree verdi di maggior valore, da sacrificare alla cementificazione (prima un’area in via Boldrini in cui gli abitanti ce l’hanno fatta a parare il colpo, poi l’area in via Boschetto in cui gli abitanti hanno dovuto soccombere). Alla faccia della crescente sensibilità ambientale, rubano pure verde pubblico per consentire a Sardo di costruirvi sopra 30 alloggi.
Per una corretta opinione sulla delicatezza comunale, consiglierei la lettura di “Ambiente nel bilancio di previsione 2010” su Cronaca Comune, a cura di Tafuro del PD. Dopo di che WWF e Legambiente sembreranno un bluff. Ma forse Tafuro s’è sbagliato: ha pubblicato adesso ciò che andava pubblicato solo dopo il via libera a rettancunei e costruzioni in Darsena.
Spero ci sia ancora qualche Cittadino Ferrarese col sistema nervoso funzionante. Che disapprovi simili nefandezze e ne scriva al sindaco. Per rispetto della città. E per dignità.
Paolo Giardini
VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=R9QuOH9XREM
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