Céline e l’antisemitismo: il classico terreno minato, in cui ciclicamente qualcuno si avventura suscitando reazioni decise. Il saggista ed editore francese Karl Orend (dirige Alyscamps Press), in un articolo pubblicato quest’estate sul Times Literary Supplement, si è lanciato in una appassionata difesa di Céline, estesa fino alla rivalutazione dei suoi pamphlet antisemiti. Ora, dopo una lettera critica pubblicata dal giornale inglese, arrivano le prime repliche. Il sito letterario dell’edizione internet del settimanale francese Le Nouvel Observateur anticipa un articolo del magazine mensile Books, in uscita domani, che fa a brandelli Orend.
A parere di quest’ultimo, Bagattelle per un massacro (1937), La scuola dei cadaveri (1938) e i Bei drappi (1941) furono scritti «in forma di avvertimento, di appello ad evitare nuovi massacri». Orend, come si suol dire, contestualizza le posizioni dell’autore di Viaggio al termine della notte: la paranoia per un possibile «complotto ebraico» volto a sprofondare l’Europa in una nuova guerra, in fondo, era condivisa da «milioni di persone»; e la società francese era intrisa di antisemitismo. Inoltre, secondo Orend, ci sarebbe da considerare lo stile di Céline: violento, sarcastico e allucinato. Un carattere così accentuato nelle opere «politiche» da farle risultare «un esercizio». La tesi non è nuova. È infatti famoso il giudizio di André Gide su Bagattelle per un massacro, affidato a un articolo della «Nouvelle Revue Française»: «è un gioco letterario». Orend prosegue: la fuga di Céline attraverso la Germania e la Danimarca, nel 1945, in seguito alle accuse di collaborazionismo con i nazisti occupanti la Francia, fu causata dal «linciaggio mediatico» dello scrittore; «linciaggio mediatico» alla base dell’assassinio del suo editore, Robert Denoël, nel dicembre dello stesso anno. Quindi Orend invita a considerare «il lato umano di Céline» troppo a lungo «ignorato». ..