FERRARA BALLOTTAGGI STORICI!ROSSOTREVI FUTURASSESSORE CULTURA?

DARIO FRANCESCHINI.jpgCASSIUS_CLAY 2.jpgGIUGNO 2009  FERRARA  MISSIONE IMPOSSIBILE?

CONTRO LA NUMEROPSICOSI DI FRANCESCHINI TAGLIANI E IL PD

Clamoroso a Ferrara (anche se previsto da Il Giornale e anche l'Asino Rosso il 6 6 scorso...). Contro ogni previsione appena un paio di mesi fa, il PD di Franceschini (leader cosiddetto del PD nazionale) e del suo clone demcristiano, tutti figli in provetta (dal punto di vista antropologico culturale...) di un certo Nino Cristofori, una volta mangiato l'ex PCI  DS PDS... hanno sospeso il Gran Banchetto già prenotato dal cuoco Messisbugo.... (nessun invitato proletario!!!).

Ma la Versailles Ferrara agognata appare  mai dubbia come oggi, dopo il voto, i numeri, la matematica, la scienza esatta del Ballottaggio (Doppio!) nonostante la nuove sindrome che ha colpito il PD, Franceschini e - ne siamo certi-persino contro la sua volontà, il tutt'oggi nemico politico Tagliani, ma come già scritto, certamente più degno di Sateriale e meno antipatico..... Ovvero, dopo la classica Sindrome del Cavaliere che ha già estinto in un anno i comunisti dall'Italia, dall'Europa e persino dal PARTITO (ora in mano infatti al Partito Democristiano!!!), ancor più rapidamente che i... Dinosauri!!! (1 ANNO!!!). Ora come noto... sono  affetti da una nuova sindrome ..la Numeropsicosi visto che dichiarano che Berluscconi ha perso perchè non ha rispettato i sondaggi (gli Aruspici!!!). Non solo... esultano perchè hanno perso solo 7 punti!!!!

Si è insomma verificata a metà per ora la Profezia del 6 6 de Il Giornale: con un asterisco che è un messaggio ai due new leaders del PDL ferrarese; nella Profezia si accenna a Graziano Cecchini Assessore alla Cultura. L'arma segreta messa in campo virtualmente finora dal futurismo ferrarese.... Dragotto e Malaguti se vogliono vincere dovrebbero ascoltare una volta tanto gli oracoli... Altrimenti svanirà non solo il Sogno della metà almeno ormai dei ferraresi, ma anche il loro futuro storico: il PDL Ferrara ora è al bivio. Firmare la Storia o perdenti per sempre (al di là dei singoli candidati, ovvio,  che - Legge dei Numeri- hanno già vinto raggiungendo il ballottaggio, sconfiggendo anche gli scettici. Bravissimi. Ma ora.. quasi obbligati a vincere!).

+from il GIORNALE 6 6 2009

FRANCESCHINI RISCHIA DI PERDERE LA SUA FERRARA...

Ferrara. Il ballottaggio a Ferrara? Non sarebbe la prima volta, ma tutti qui sembrano crederlo. Indiscusso feudo rosso da 63 anni meglio conosciuto come «la capitale delle zanzare», la provincia «Cenerentola d’Emilia» al confine col Veneto ha riconquistato un po’ di visibilità grazie alla ribalta del suo prodotto tipico numero uno, Dario Franceschini, e sembra confermarsi protagonista extraregionale in questo rush finale di palpitazioni elettorali. Più di un osservatore, infatti, si è accorto che tra pochi giorni a uscire scossa dalle 300mila «x» della provincia ferrarese - dalla città del Guercino, Cento, fino al Delta del Po - potrebbe non essere soltanto la scacchiera politica locale. Fino a quando è stato possibile pubblicarli, i sondaggi hanno parlato chiaro: il candidato sindaco del Pd Tiziano Tagliani, l’avvocato ex Margherita genero del pluriministro democristiano della prima Repubblica Nino Cristofori, anche se rimane il favorito al 50% più uno non ci arriva. L’ultima rilevazione Ipsos commissionata dal suo partito il 18 maggio, la più ottimista tra le ottimiste, lo ha ancorato a un 48% scarso. Insomma, nonostante Franceschini sia tornato in patria già quattro volte nell’ultimo mese (il 28 aprile per una colazione in centro, una decina di giorni più tardi all’Ipercoop per sostenere la spesa low cost, poi per un tour agreste tra le campagne dell’alto ferrarese e l’altra sera in piazza Castello), ancora non ci siamo.
Il leader del Pd sa che un successo a metà contro le destre locali da parte del protetto e amico Tagliani- un “bianco” come lui- potrebbe tramutarsi in uno smacco personale. Secondo gli analisti, tra gli argomenti sul piatto a favore della via obbligata del secondo turno a Ferrara pesa anzitutto l’eredità del primo cittadino uscente, l’ex sindacalista Cgil Gaetano Sateriale. Molti suoi concittadini lo considerano una sorta di Sergio Cofferati in miniatura, che in dieci anni, è uno dei ritornelli in città, non è riuscito a far trasferire la moglie (Eileen Romano, figlia del politologo Sergio) all’ombra del Castello. In ogni caso, è un fatto che lo stesso Tagliani abbia dovuto smarcarsi in questa campagna elettorale, tra l’altro, dall’ostinazione di Sateriale a una Ztl a più varchi possibile, dai suoi incitamenti affinché i vigili facciano più multe, dal suo obbligato dietrofront rispetto a un asilo nido da 3 milioni di euro (per metà soldi della Regione) costruito su due discariche, dalla sua soddisfazione di fronte a un treno a gasolio per il primo ospedale della Regione distante dalla città quasi dieci chilometri.
Altre insidie per Tagliani derivano dal fatto che Rifondazione e Comunisti italiani corrono uniti presentando una donna (caso unico in Italia) non ancora trentenne candidata a sindaco, Irene Bregola, e che gli aspiranti primi cittadini quest’anno siano ben dieci (record anche qui per un Comune che supera di poco i 130mila abitanti). Come se ciò non bastasse, una ventina di giorni fa il segretario democratico regionale Salvatore Caronna ha pensato bene di salire a Ferrara per sentenziare che «solo Tagliani può vincere al primo turno». Agli occhi dei più, piuttosto che un’eccessiva disistima nei confronti della pretendente della Provincia Marcella Zappaterra (l’ex veltroniana doc che fra l’altro con Prc-Pdci il patto l’ha sottoscritto), una «gufata» forse benedetta da piani più alti per testare davvero l’appeal degli ex Margherita, a partire dal Dario nazionale, in terra d’Este. Del resto, l’ex vice di Veltroni, che nel fortino tradizionalmente tra i più rossi d’Emilia ha puntato tutto su un (ex) democristiano, sa di giocarsi anche qui qualche carta in vista del congresso di ottobre. Insomma, dopo essere stato l’artefice, grazie al 20% guadagnato con la sua vecchia lista Ferrara democratica, del ballottaggio del ’95 tra lo «storico» sindaco Pci-Pds-Ds Roberto Soffritti e lo sfidante del centrodestra di allora Gianluca Fantoni, Franceschini torna a guardare alle vicende politiche domestiche con rinnovata apprensione. Al pari di tanti concittadini, che dopo altri due mandati consecutivi conquistati senza problemi da parte di un sindaco legato alla sinistra considererebbero gli scricchiolii provocati dal secondo turno, nel bene e nel male, una possibile svolta epocale.
Intanto, a destra si continua a sperare proprio nell’eventuale «choc». Il primo avversario di Tagliani, l’imprenditore e consigliere regionale Giorgio Dragotto, dopo essersi affrancato dallo scetticismo iniziale e dal fuoco amico che gravava sulla sua candidatura si è dato da fare per recuperare terreno. Ha puntato tutto sul ballottaggio, conscio che il 21-22 giugno avrebbe dalla propria anzitutto la Lega Nord, che al primo turno corre per conto suo. Non solo: intorno al capogruppo azzurro in Regione farebbero quadrato anche l’Udc, che schiera il ventiquattrenne Daniele Modica, il più giovane candidato d’Italia, La Destra, che ha già detto di poter garantire Graziano «Rosso Trevi» Cecchini come assessore alla cultura, e addirittura l’Mpa, che dopo aver raggruppato i dissidenti pidiellini da queste parti dimostra un feeling personale col leader nazionale Raffaele Lombardo.

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