L'ORIZZONTE DEL FUTURO
Evidentemente a uno dei tanti bivi della nostra brevissima - ma, temporalmente, l'attributo più corretto sarebbe insignificante - storia di "sapiens", Aristotele dice che l'umanità avrebbe inventato un dio personale a cui in qualche modo rifarsi.
Per Aristotele si tratto' di una fandonia, utile a fissare un appiglio ovvero un principio (cosiddetto del "motore immobile") alla teoria della "causalità" del cosmo.
Dopo Parmenide, che viceversa ne aveva sostenuto l'"eternità".
Da circa un secolo la meccanica quantistica ha re-introdotto, scientificamente, il principio d'"indeterminazione" (ἐποχή) nel senso che le cose e il cosmo, alla nostra osservazione, sono il risultato di una probabilità. E quindi, oltre la causalità, finanche una mera casualità.
E quindi, scientificamente parlando, è come se stessimo continuamente vivendo e sperimentando una sorta di "gioco dell'oca", animale che in questo caso rappresenta noi stessi, e si dice comunemente sia anche il più stupido tra gli animali.
E allora, probabilmente, c'è di vero (???) che noi sedicenti "umani" e sedicenti "sapienti" non accettiamo proprio la nostra "condizione" e pertanto ci rifugiamo o meglio costruiamo ipotesi, tutto sommato, più o meno probabilistiche, più o meno casuali, più o meno intelligenti.
E tanto più ora, che l'ingegneria genetica e l'intelligenza artificiale aprono il nostro orizzonte a, come direbbe Huxley, un "mondo nuovo".
L'ennesimo mondo nuovo, ma relativo a un orizzonte non più inscritto nel cielo, ma sulla terra.
A parte le rivoluzioni politiche della storia, rispondenti alla logica di un medesimo ciclo di potere di forze contrapposte, la nuova teoria postumana o transumanista rappresenta senz'altro una grande "differenza". Perché, come abbiate ormai capito, mira a ciò che Heidegger chiama "l'essenza stessa dell'uomo".
Quanto ai viaggi spaziali, lo stesso filosofo pensava che rappresentassero il più recente oggetto di conquista di un uomo in rivolta contro se stesso.
Buon futuro a tutti!