DANTE E LE SUE CELEBRAZIONI. RIFLESSIONI

Dante si stupirebbe dei suoi festeggiamenti? Forse si. Mai avrebbe potuto, però, pensare che il mondo oggi esistesse ancora. Si sarebbe certamente meravigliato che dal 2015, per concludersi nel 2021, l'Italia e il mondo avrebbero ricordato e festeggiato l'anniversario della sua nascita seguito da quello della sua morte. Dante non aveva certamente dei dubbi sul proprio valore o sulla durata dalla propria fama: non che non sapesse - almeno intuisse - di essere un genio e non che questa consapevolezza non fosse moderata dalla modestia. Affermazioni che manifesta chiaramente, ma anche indirettamente, nelle sue opere. E molto probabilmente pensava (con ragione) che la sua Divina Commedia sarebbe stata non solo letta, ma studiata, interpretata, commentata e anche recitata e proposta. Un confronto tra l'inferno dantesco e quello fatto vedere a Fatima ai pastorelli portoghesi nel 1919 dalla Madonna depone a favore della profezia straordinaria di Dante. Il Sommo Poeta non riteneva che il mondo sarebbe durato fino al 2017, per fare un esempio,e come altri del suo tempo si sarebbe indignato all'idea di non credere che l'Apocalisse fosse imminente. Il mondo, invece, oggi esiste ancora, nonostante le sue drammatiche crisi epocale. E tutto sommato, nonostante tutto, la gente se la passa meglio di come se la passavano al tempo di Dante. Chi ha detto che il progresso non esiste?
Casalino Pierluigi