RIVOLUZIONE RUSSA TRA MITO E REALTA'

Sono trascorsi cent'anni da quando scoppiò la rivoluzione russa e il dibattito, non solo sulle sue origini, ma anche su molti dei suoi diversi aspetti storici è lungi dall'essere concluso e anzi si arricchisce di nuovi e più interessanti particolari. Al riguardo appare esemplare il contributo della studiosa britannica Catherine Merridale, che ha aggiornato gli elementi in possesso sull'icona della rivoluzione, Lenin. L'anilisi della storica inglese muove dal 1916, quando Lenin era in esilio a Zurigo, per collegarsi ai giorni in cui egli compiva i suoi pellegrinaggi nella Russia rivoluzionaria. non in vagone piombato come spesso si è detto, ma in treno speciale e sorvegliato, allestito ad hoc dalla Germania al fine di indebolire il nemico russo, rimapatriando il più accanito dei pacifisti.Certamente l'aristocrazia tedesca e il governo del Reich furono estranei alla manovra, ma l'operazione segreta ci fu. La Merridale ricostruisce, in proposito, aspetti concreti e sconosciuti delle vicende che riportarono Lenin in Russia, oltre al clima che si viveva nel Vecchio Continente in guerra a riguardo degli spostamenti anche nei Paesi neutrali di spie e trafficanti. In particolare la Merridale pone in luce gli stratagemmi dei rivoluzionari per varcare le frontiere e per far circolare i loro giornali. Speciale luogo di passaggio verso la Russi era ad Haparanda, sul confine tra Svezia e Finlandia. Il testo della storica britannica è corredato di testimonianze e di documenti di notevole livello. Lenin, in uno di questi atti, esprime la prorpia posizione sulla guerra, definendola un bagno di sangue. In totale disaccordo con le tesi della ricercatrice inglese è, invece, il pensiero di un altro storico, Dominique Colas, francese, che interpreta la nascita del regime sovietico in termini diversi. Cola non si avventura troppo nel voler comprendere le idee di un Lenin fanatico, che amava i fiori e la musica, ma ne tratta un profilo assolutamente inedito. il capo del Bolscevismo, è per Colas, inafferabile e ascetico: circostanza che, aldilà di tutto, rende difficile scrivere una compiuta biografia del fondatore dello Stato sovietico. Da ultimo non è male riscoprire la testimonianza storica e politica di Alexandre Berkman, anarchico di origini russe, associato alle galere americane e ritornato in Russia nel 1919 per seguire il nuovo esperimento sociale, che inizialmente apprezzò. Constatando tuttavia la degenerazione del potere bolscevico, che, a suo parere, tradì lo spirito rivoluzionari, Bekman tornò in esilio, dopo la repressione messa in atto in occasione dell'insurrezione di Kronstadt, alla vigilia della nascita dell'Urss. "La rivoluzione è morta-dirà- e il suo spirito urla nel vuoto".
Casalino Pierluigi