DOVE VA LA RUSSIA?

Casalino Pierluigi

Non è infrequente leggere le interpretazioni di qualche analista sul nuovo corso della Russia di Putin: una Russia che riscopre una vague nazionalistica senza precedenti almeno da quando si è frantumato l'ordine di Yalta negli anni 1989-1991. Come ogni altro popolo, i Russi, nel loro complesso, non nutrono grande interesse per il mondo esterno. non è un caso che accettano, di rimando, l'annessione della Crimea, rinunciando a individuarne le responsabilità.
Ecco perché il ritorno della Russia nell'arena mondiale viene percepito soprattutto come una delle ragioni di debolezza di un Paese e di una società, oltre che dei suoi gruppi dirigenti. La Russia appare notevolmente più debole di quanto non sia mai stata negli ultimi 300 anni, ma Putin ha ben presente che la via per uscire da questa situazione non può essere solo quella delle riforme (Già Tocqueville diceva che il più grande errore di un cattivo governo sarebbe quello di riformarlo). Putin si propone come un leader nuovo, anzi rinnovato alla maniera russa; del resto i Russi vivono in uno stato ancora piuttosto anacronistico, non in grado di affrontare adeguatamente le sfide della modernità; in più va sempre ricordato che i Russi, nonostante lo smembramento del mosaico pan-sovietico, eredità di quello zarista, continua a conservare una concezione paternalistica del potere, pur tra le tradizionali contraddizioni tra slavofili e modernisti, che a loro volta recitano la solita parte delle differenti anime russe che si scontrano e si ritrovano in un destino comune. Putin ha forse n in mente di proporsi come un Dengxiaoping in salsa russa. L'impero russo è stato sul momento di trasformarsi radicalmente prima del 1914, ma l'insistenza dello zar Nicola II di voler governare come un sovrano assoluto del XVII secolo tenne con non fece compier alcun progresso in tal senso. A sua volta Stalin, negli Anni Trenta adottò il pugno di ferro per tenere insieme un impero difficilmente governabile altrimenti, Putin realisticamente prende atto delle debolezze del suo Paese e si serve dei mezzi gestiti fino ad adesso.