LA LEZIONE DELLA LINGUA LATINA TRA MODERNITA' E SINTESI

Se i Greci, per dirla con Aristotele, attribuivano il primato alla conoscenza, per i Latini il primato poggiava sull'azione. Non è un caso che se per il vecchio Catone bisognava attenersi esclusivamente ai fatti (fare e poi dire, dunque: tenet res et verba sequentur...): il latino era infatti, inizialmente, una lingua di soldati e di agricoltori e non di filosofi come il greco, con il rispetto della sintesi rispetto ai giri di valzer delle parole, a quelli che si usa dire dei meandri. E perciò il latino resta tuttora una lezione di fronte all'imprecisione linguistica odierna che continua a sfornare termini ibridi e multiformi, tanto più inefficaci e inutili, proprio perché indefiniti, paradossalmente tortuosi e vuoti,mistificati e mistificanti.
Con queste sue premesse, la lingua dell'Urbe hanno attraversato e segnato tutta la storia e la cultura europea, superando ostacoli e steccati, diventando lingua universale, usata da tutti, animando persino dibattiti e contenziosi quali quelli legati alla grande querelle des anciens et des modrnes, fra paludati e ribelli (come il Perrault). Tale dibattito si ripropone oggi, nel momento in cui sperimentiamo l'invadenza del presente rispetto al rispetto del passato. Il latino e il suo valore si confrontano con la rivale dimensione rappresentata dall'anglosassone (che a dire il vero è la più latina delle lingue germaniche), non temendo peraltro il confronto e vincendolo senza meno con esiti trionfali e didatticamente assoluti. Seneca, maestro della brevità espressiva e comunicativa, spingendo il latino dall'astratto all'interiore, dalla lettera alla metafora. Anche per questo, mutatis mutandis, Lucio Anneo Seneca si erge come come il vero grande classico del Terzo Millennio. Il latino di Seneca, secondo l'antica intuizione di Montaigne (attento lettore dell'autore latino), è la nuova lingua degli autentici moralisti e non dei venditori di fumo. Ciò ci sprona a ripercorrere le vie della Storia e ad ampliare i nostri orizzonti futuri, riassaporando il gusto e la misura della dignità dell'uomo.
Casalino Pierluigi.