Marx ieri, oggi e domani

Quando nel 1968, in piena contestazione, durante una delle ricorrenti celebrazioni del pensiero di Karl Marx, qualcuno, un po' controcorrente, avanzò l'ipotesi di un Marx terrorista, finendo inevitabilmente alla gogna. Chiunque abbia letto Marx, senza passare attraverso i diversi suoi interpreti, spesso di maniera, ha colto, invece, quanto sia diversa l'immagine che ci hanno tramandato negli ultimi 150 anni codesti analisti che ne hanno girato e rigirato il messaggio. Tanto per cominciare Marx era conosciuto dai suoi contemporanei come Red Terror Doctor. Certo è che il filosofo tedesco, che sentiva avvicinare la tempesta , avendola anticipata nel suo piccolo, ebbe a dichiararsi "non marxista". Giusto, ma ci voleva ben altro. c'era la sua barba sulla bandiera di tutti i partiti socialisti e comunisti, c'era la sua effigie portata a spasso da tutti i rivoluzionari dal 1917 fino ad ieri. A dire il vero Marx riteneva che i terroristi russi avrebbero portato la democrazia, ma aveva numerosi nemici naturali, come Bakunin, e diversi amici innaturali come la regina Vittoria che lo invitò forse a prendere il tè con lei. Nulla e nessuno riuscì a consolare Karl Marx, neppure la matematica, suo studio preferito, quando l'economia non gli dava più grandi soddisfazioni. Anche la sua salute declinava e per fermarne il corso negativo aveva raggiunto l'Algeria, dove non mancò di esprimere tutto il suo disprezzo per gli Arabi e i musulmani in genere (ma molti dei suoi epigoni non lo sanno). La sua fama andò scemando fino alla prima guerra mondiale, allorquando due tronconi delle sue idee si fissarono sulle teste dei bolscevichi e dei menscevichi: sta di fatto che le sue teorie ritornarono in auge con il marxismo russo dopo il 1917, trasformando il suo messaggio in una religione, imbevuta però di messianismo russo, tutto il contrario di quello che pensava. Dostoevskij, al contrario, previde la disgrazia del terrorismo russo, mentre Marx insisteva che questi ultimi avrebbero condotto la Russia sterminata (anche quella post-sovietica) ad essere democratica...
Casalino Pierluigi