Ferrara:Casaleggio e l'evoluzione darwiniana degli imbonitori *secondo P.Giardini

Ha avuto occhio, il figliolo: il libercolo di 93 pagine ha forma quadrata (troppo banale il formato rettangolare) e capitoli preceduti da pagine contenenti solo il titolo e un po’ di grafica, per cui sul totale di 93 pagine se ne contano 26 vuote e tutte le altre quasi vuote, essendo l’area dedicata alla scrittura limitata a meno di un terzo dello spazio utile. In buona sostanza, per quel libricino s’è fatta una strage di carta. Dopo aver constato ciò non si può non rimanere colpiti dalla frase di pagina 54, sulla “.. sostanziale inutilità della carta stampata come mezzo di informazione. […] e senso di colpa collettivo nei confronti della forestazione”. Possibile tanta palese incoerenza?

 

Possibilissima! Perché qui si proclamano verità rivelate al di sopra delle convenzioni, e le liturgie hanno sempre irrinunciabili necessità. Il testo è redatto dal noto Gianroberto Casaleggio con uno stilema costituito da un mix fra gli sbrigativi scritti pseudomessianici dell’americana “Torre di Guardia” e gli altrettanto sbrigativi giudizi d’attualità dell’altrettanto americana “Selezione dal Reader’s Digest”. Il libercolo, dal titolo WEB ERGO SUM - Sperling & Kupfer Editori - presenta un pot-pourri di mercanzia concettuale in uno scritto galleggiante, come s’è detto, in un mare di carta, dove il gianroberto si dà arie da Guru con parecchia convinzione, mica vuol sembrare un qualsiasi gianbabbeo. Perciò, per compiacere i lettori aventi dimestichezza con l’inglese (chi non utilizza fluentemente termini come downshifting, deliberative polling on line, copyleft, brand, complex adaptive system, non è preso in considerazione perché in via d’estinzione), farcisce il messaggio di un buon 40% di argomentazioni ragionevoli. Aggiunge un altro 40% di passaggi obbligati molto trendy, citanti Galileo, Einstein o Darwin. Non manca la citazione dei “sei gradi di separazione”, secondo la quale ognuno di noi può raggiungere chiunque al mondo (compreso al-Zawahiri, bisognerebbe informarne la CIA), mediante sei persone al massimo, partendo dalle normali conoscenze. È impossibile per qualsiasi ciarlatano rinunciare a questo famoso riferimento su un’idea inattuabile come il vantaggio della tartaruga su Achille nel paradosso di Zenone, una vera cagata concettuale, ma finché resta di moda gode di molto credito.

 

Il 20% rimanente è il cuore della faccenda, costituito dalla Rivelazione della RETE, per la quale il Guru spiega misticamente che la Rete è il sistema nervoso dell’umanità, e TUA è la RETE e tutto ciò che vi è in essa se:

 

- se sai se sai aspettare […] sapendo che il futuro e la Rete coincideranno

 

-  se sai aver fiducia in te stesso e nella capacità degli esseri umani di utilizzare la Rete per condividere idee e crescere nella conoscenza

 

-  se riesci a mantenere la calma quando leggi la pubblicità sui quotidiani che ti invita a difendere i bambini da internet (evidentemente per il Guru i pedofili non esistono)

 

-  se la Rete è un modo per guardarsi allo specchio attraverso gli altri, crescere, immergerti nella Conoscenza”

 

e decine di rivelazioni analoghe, perché I sogni di onniscienza e onnipresenza sembrano avverarsi nella Rete. La Rete è il nuovo paradigma dell’esistenza umana: WEB ergo sum”. La Rete è analoga a GAIA, metafora della Terra generatrice di vita ed essa stessa organismo vivente, quindi metafora della Rete: un superorganismo di conoscenza di relazione che si sta evolvendo come macro entità. Non lo dice esplicitamente ma, insomma, fa capire che l’enorme patrimonio di conoscenza messo a disposizione dalla Rete equivale a metterlo automaticamente in testa ai fruitori della Rete stessa, così diventano tutti capaci di metter lingua su tutto, decidere al meglio su tutto. Perfetti idioti in questioni di economia potranno finalmente superare i loro limiti grazie alla Rete e decidere autonomamente in democrazia diretta quello che finora s’è lasciato decidere ai perfetti ignoranti di economia mandati a rappresentarci nelle istituzioni. La Magia della rete! Lascia però in ombra almeno un paio di questioni: 1 - La lingua. Non ci assicura se con la Rete tutti interloquiremo in cinese o in hindi/urdu, le lingue più parlate al mondo prima dell’inglese. Ma forse è un falso problema. 2 – Il Potere di chi può influenzare la Rete monopolizzando il Tutto, se la Rete è unico veicolo del Tutto come va vaticinando. E questo non è affatto un falso problema.

 

Per finire, le 93 pagine contengono anche la prefazione scritta dal comico Beppe Grillo, celebrato divulgatore di un triviale invito ad andare a fare qualcosa di poco raccomandabile. Evidentemente il Guru non trovava di meglio al suo livello ieratico e si sarà accontentato di trovare affinità al suo livello di acconciatura barocca. Comunque, per gratitudine il Guru gli ha organizzato il Blog e i Meetup e poi, dato che l’appetito vien mangiando, l’evoluzione dai Meetup al MoVimento 5 Stelle. Da allora sono trascorsi anni. Ovvio che si siano dimenticati qualche dettaglio scritto nel 2004, anno di stampa del libercolo. A pagina 50 del quale c’è scritto: la Rete trasformerà la pubblicità in informazione. A pagina 44: Meetup (allude a quello vero, americano, non quello di Grillo) consente a chi ha un interesse comune di incontrarsi, discutere e decidere.

 

Se ne sono dimenticati, dicevo. Infatti l’azienda pubblicitaria del Guru, controllando il blog di Grillo spaccia per informazione anche i fake introdotti a sua totale discrezione. E pure la libertà di incontrarsi, discutere e decidere è stranamente proibita agli accoliti del M5S da Grillo e il suo Guru. Forse anche per questo il libercolo non è più stato rieditato, nonostante la produzione libraria sul pensiero del Guru e del Grillo sia un’attività significativa della Casaleggio Associati (alla faccia di quanto perorato a pag. 54 nel 2004). Ciononostante, per imprinting infantile parteggio un po’ per i ciarlatani: avevo 10 anni quando andavo al lunedì, giorno di mercato, in Piazza Municipale ad assistere alle prodezze teatrali del Cavalier Uliva con cui rifilava pataccate a frotte di clienti ingenui, più ingenui ancora di quel bambino ingenuo che ero io. Dell’onesto turlupinatore che era il Cavalier Uliva m’è rimasta la nostalgia: dava sempre qualcosa in cambio dei soldi, non del tutto aderente alle aspettative del cliente, d’accordo, ma non praticava il phishing in varie forme, compresa quest’ultima, elettorale, mascherata da M5S. E imbrogliava i suoi polli con sapiente autorevolezza senza mai far gridare al suo compare fra la folla: Vaffan…!

Altri tempi e altri polli.

 

PAOLO GIARDINI