Movimento Privilegi Zero: PIANO ANTISPREAD VARATO DALLA BCE?

 



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PIANO ANTISPREAD VARATO DALLA BCE?

(Come far arricchire i soliti noti)
 
PIANO ANTISPREAD VARATO DALLA BCE?

(Come far arricchire i soliti noti)

Vorremmo soffermarci sul piano antispread varato di recente dalla BCE. Il piano in breve prevede che la BCE acquisti i titoli di Stato “sottoposti” a pressioni finanziarie da parte di altre istituzioni finanziarie al fine di alleggerire il differenziale tra i tassi d’interesse “pressati” con quelli più stabili (solitamente quelli tedeschi).

 

 

 

Ma in contropartita a tale manovra i Paesi richiedenti l’aiuto devono cedere parte di democrazia perché dovranno sottostare alle regole ferree fissate dalla BCE stessa. Ciò significa rigore, manovre economiche bis e tris, aumenti dell’IVA, nuove imposizioni (si veda l’IMU) per pareggiare i finanziamenti. In sostanza a fronte di maggiori disponibilità, finanziate sempre da noi stessi (cittadini europei) poiché ogni stato membro detiene una percentuale di proprietà della BCE e quindi in base a quella proporzione fa confluire dei mezzi finanziari proprio in quel fondo che dovrebbe salvare gli stati richiedenti, lo Stato richiedente dovrà ripetiamo, sottostare ai rigori imposti dai “banchieri d’Europa”.

 

Si tratta di capire chi ne trarrà veramente i benefici. Si dice da più parti che sia il sistema economico del Paese richiedente. Allo stato sembrerebbe siano i soliti noti: banche, traders, istituzioni finanziarie varie (private banking). E’ la solita boutade pubblicitaria e qualunquista?

 

A leggere alcuni dati no. Cerchiamo di mostrare il meccanismo perverso che si genera.

 

Malgrado il tasso d’interesse fissato dalla BCE sia dello 0,75%, le nostre banche primarie (BNL, INTESA SAN PAOLO, UNICREDIT, MONTE DEI PASCHI) non sembrano abbiano allentato i cordoni del credito alle nuove iniziative (cosiddetti start up), alle finanze delle piccole e medie imprese già da tempo in sofferenza. E allora dove vanno tutti questi soldi che la BCE mette a disposizione, a costo pressoché uguale allo zero, del sistema creditizio?

 

La risposta l’abbiamo trovata in un bell’articolo a firma nel noto giornalista Federico Rampini comparso in Affari & Finanza del quotidiano la Repubblica

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