Alessio Brugnoli "ll Canto Oscuro" (Kipple) recensione di W. Herbeff



Leggo poco. Preferisco andare a donne, bere, dipingere. Tutto rigorosamente in questo ordine. Se proprio sono costretto da eventi e circostanze, stare parecchie ore in aereo a girarsi i pollici è una tortura, mi limito a dare una scorsa veloce a saggi d’arte o cataloghi di mostre.
Perché i romanzi mi annoiano. Quelli italiani poi… Pagine e pagine di seghe mentali e di gente che passa il tempo a contemplare il proprio ombelico.
Per cui, quando Alessio mi ha chiesto di leggere Il Canto Oscuro, ho cercato di evitare in tutti i modi l’onere e l’onore. Alla fine, ha dovuto ricorrere alle maniere forti. Cedendo ai suoi strattoni e per solidarietà nei confronti della Cermaria (a proposito… Per quello che possa interessare al prossimo, dico la mia sulla Madonna del Soldo. Per scopiazzare Oscar Wilde
Non esistono quadri morali o immorali. Esistono quadri belli e quadri brutti. Questo è tutto
E quello della Cermaria è un bel quadro… Se proprio devo considerare blasfema una pittura, è quella degli scopiazzatori di foto tramite proiettore, un’offesa agli dei dell’arte, ma smetto che sto andando fuori tema e rischio che Alessio tramuti le sue minacce in realtà).


Comunque, che stavo dicendo? Sì, che mi è toccato leggerlo, pensando che essendo le pagine poche, potevo, con un poco di impegno, cavarmela in una settimana o poco più.

Me lo sono bevuto in una serata. Perché per Alessio l’importante non è fare la morale al lettore o renderlo migliore (d’altra parte se non ci riesce con se stesso, perché dovrebbe pretenderlo con gli altri?), ma farlo divertire, con una storia appassionante, esagerata e fracassona, degna di Verne o di Salgari....
 
 
 
 
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Continua
 
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