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Paolo Giardini- Marketing Municipale a Ferrara

All’inaugurazione mancava la presidente della Provincia. Maaccogliendo in prima fila una bella bimba di 3-4 anni s’è rispettata la regola PD del “volto nuovo” (un refrain, Mussolini, Hitler, Stalin, Mao e forse anche Gengis Khan, non inauguravano niente senza sollevare e sbaciucchiare pargoli). Bisogna riconoscerlo: la solennità ci vuole. Una passerella da più di un quarto di milione di euro è roba ragguardevole, dato il prezzo. Al giorno d’oggi si vendono stracci e paccottiglie costosissimi, di grande valore grazie a sapienti strategie di marketing che conferiscono loro prezzi almeno 50 volte superiori a quelli veri, semplicemente abbinandoli ad un marchio, una griffa. Il marchio “Comune di Ferrara” c’è da tempo, gli manca solo la reputazione che leghi al marchio il concetto di “must” senza prezzo e il resto vien da sé,come per i Rolex e le coppie di pane ferrarese. Dopodiché, nei bilanci si potrà moltiplicare per 50 il patrimonio comunale. Quindi ben vengano i tripudi inaugurativi!

Questa operazione d’immagine è forse stimolata dall’economista accademico Marattin, da mesi assessore al bilancio, che avrà intuito di dover orientare le inclinazioni dei colleghi. Le centinaia di biciclette ossidabili da donna, per esempio, comprate finora all’ingrosso dal Comune a 1.000 euro l’una, se griffate adeguatamente e pagate almeno 9.900 euro si trasformano all'istante da fregature in preziosi oggetti di desiderio. A bilancio farebbero la loro parte. La Darsena di S. Paolo, altro esempio, può essere convertita in campo da golf per miliardari raccordandola ai favolosi “cunei verdi”, facendo sostituire da imprese di fiducia i 10 cm d’acqua rimasti con qualche camion di stabilizzato. Se il prezzo finito del “green” risulterà all’inaugurazione come a ricavarlo in centro a Tokio, l’area verrà molto valorizzata e sicuramente Fini comprerà appartamenti in zona per il cognato, innescando un vertiginoso boom edilizio.

Qualcuno potrebbe obiettare che con 250.000 euro si faceva un cavalcavia pedonale largo come il precedente raccordante il parco al sottomura bypassando incroci fantozziani. Avrebbe ragione, ma solo tatticamente. La strategia dell’amministrazione preferisce un incrocio stradale fra via Bacchelli e il parco urbano con largo accesso da 8 metri, in modo da invogliare a passare da lì con gli automezzi. Ma col nuovo ponte, si ri-obietterà, ciò è impossibile per legge, essendo classificato di III categoria (cioè per soli pedoni)! Appunto! Invece di sostituire la passerella coi versatili ed economici ponti modulari Bailey (sui quali transitavano colonne di carri Sherman) comprati dall’Anas che ne ha i magazzini pieni, si cambierà il tutto con un ponte griffato di I categoria da 15 milioni di euro cercando i finanziamenti europei (finché ci sarà tempo, prima che l’Italia venga espulsa dall’Europa), sperando che a nessuno venga in mente di confrontarne il costo col vicino ponte vero che conduce alla piscina.

Il cantiere di Cona volge al termine: la città rimarrà a lungo senza ospedale pienamente funzionante. Bisognerà distrarre la gente. Anche con lieti debutti di cavolate dai costi inverosimili.

 

Paolo Giardini

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