*Marcello Simoni: Il Mercante di Libri Maledetti (Newton Compton, settembre 2011)- FANTATHRILLER
edizione italiana dopo l'esordio direttamente in Spagna per il talento letterario di Comacchio
presentazione a Mel Book store, 23 9 2011(*ESTENSE COM) con Riccardo Roversifrom Estense com)
http://www.estense.com/?p=164240
D-Simoni, breve autoritratto letterario
Credo nella potenzadelle parole, nella passione creativa e nelle trame che non silimitano a raccontare storie ma anche a divulgare idee. Odio sentirmidefinire un artista. Sarà per via della mia formazionestorico-archeologica, che mi ha portato al contatto diretto con imateriali (reperti, opere d’arte e anche strati di terra), ma hosempre considerato l’attività della scrittura una sorta dimestiere d’artigianato dove le frasi e le parole vengonoincessantemente limate e intarsiate come il legno. In passato hoscritto molta saggistica, e da ciò ho ereditato la precisione nellericostruzioni storiche e il rigore per le affermazioni (anche) inambito della fiction. Inoltre, esercitandomi nella narrativa breve,ho avuto modo di sperimentare il mio stile, calibrando la leggerezzacalviniana con un amore appassionato per il sangue, per la storia eper il thriller.
D-Maestri o Numi letterari?
Non ho mai frequentato corsi discrittura creativa (ma non li sconsiglio a chi volesse provare), nonmi rifaccio a nessun modello letterario in particolare e detestocostruirmi idoli. Leggo molto, spaziando tra i vari generi, e nutrogrande ammirazione per una cerchia di scrittori “di spessore”capaci non solo di intrattenere ma anche di far pensare.
D-La trama del libro secondo te...
Gotico e noir sono componentiessenziali della mia trama, che tuttavia vanno a coesistere conl’avventuroso e con l’horror. Di fantastico c’è solo lafascinazione per un Medioevo pieno di cultura e di mistero, spessoancora ingiustamente relegato alla definizione di “secoli bui”.
D-La letteratura è un mercato maledetto, oggi, in Italia?
Scrittoriferraresi ne conosco pochissimi e tendo a mantenermi lontano dacircoli letterari o simili, non per snobismo ma perché non amoessere etichettato o appartenere a “gruppi”. Se proprio dovessi,tuttavia, mi sentirei più affine alla corrente dei “thrilleristi”bolognesi.
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by RobyGuerra