L'Informazione Cattolica n.22

AUSTRIA:

L'INIZIO DELLO SFASCIO.

“Indignados” del clero conciliare in Austria: Schonborn rifiuta sanzioni

 

I

i frutti del concilio:
Austria: la “chiesa conciliare” inizia a sfasciarsi (n.d.r.)

 

PRETI AUSTRIACI, ANNUNCIANO

IL LORO DISSENSO
tratto da Ihttp://www.agerecontra.it/public/press/

l cardinale Schönborn, arcivescovo di Vienna, rifiuta di sanzionare i preti che hanno promosso un appello per disobbedire a Roma.

 


Questi sacerdoti beneficiano di un largo sostegno presso la popolazione austriaca .
Essi non si riconoscono più nella loro Chiesa e lo fanno sapere. (concezione democratica della Chiesa, abbondantemente presente nei documenti del vaticano II- ndt) . Curati di parrocchia, vicari, diaconi, essi sono per gran parte anziani, alcuni in pensione ma molto determinati a smuovere le fila all’interno della Chiesa Cattolica. In totale 337 membri del clero austriaco – che conta 4mila preti. Essi sostengono un’ « appello alla disobbedienza » lanciato da un’associazionr di preti diocesani causa «il rifiuto di Roma di intrapendere quelle riforme da molto tempo attese, e l’inazione dei vescovi non solamente permette, ma ingiunge di seguire la propria coscienza ed agire con indipendenza”.
Pubblicato il 19 giugno u.s. per la Festa della SS. Trinita’, questa protesta proviene dalla base della Chiesa austriaca, ed ha ricevuto una larga eco mediatica per tutto il paese..
Da un sondaggio effettuato quest’estate dall’istituto Oekonsult, più del 71 % degli Austriaci pensano che l’iniziativa sia “giusta ed adeguata”: essa è stata proposta dal Padre . Helmut Schüller, anziano vicario generale di Vienna e direttore della “Caritas Austriaca”, descritto per il suo carattere determinato. Oggi è parroco di una parocchia di campagna vicino alla capitale. Il suo manifesto dirompente si sviluppa in sette punti, ed ha come oggetto molti “tabù″ della Chiesa. (osservare come questo quotidiano “cattolico”, usi la terminologia tipica dei rotocalchi femminile -ndt)

Il cardinale Schönborn « sconvolto»

 

Il richiamo alla disobbedienza, scritto nero su bianco, avverte che i preti firmatari daranno la comunione ai divorziati risposati ed ai membri di altre chiese cristiane (chi di ecumenismo ferisce…. ecc. ndt). Che lasceranno predicare anche a dei “laici competenti”, ivi comprese le donne che insegnano religione,. Avvertono pure che non mancheranno di pronunciarsi pubblicamente in favore dell’ordinazione di donne e di persone sposate.
C’è di che imbarazzare l’episcopato austriaco ed in primo luogo il Cardinale Christoph, Schonborn, di cui il Padre P. Schüller fu uno stretto collaboratore. L’arcivescovo di Vienna ha pubblicato il 7 luglio una lunga risposta al manifesto, sulla rivista della sua diocesi. Dichiarandosi “sconvolto” per il manifesto dei preti dissidenti . il cardinale austriaco, molto vicino a Benedetto XVI, si dimostra “aperto al dialogo” (…e tte pareva-ndt) in “segno di stima reciproca” ma mette anche in guardia : “Colui che in coscienza giunge alla convinzione che Roma è su “una strada errata”, egli contraddice gravemente la volontà di Dio, e dovrebbe concludere di non camminare più con la Chiesa Cattolica romana”.

« Il dialogo deve essere solo tra l’arcivescovo ed i suoi preti”

Il cardinale Schönborn rifiuta però di tirare le ovvie conclusioni della disobbedienza annunciata e latente, iniziata nel 2006 con la creazione dell’associazione dei preti riformatori. Dopo aver ricevuto il 10 agosto scorso a colazione, i quattro protagonisti della fronda in corso, tra cui il Padre Schüller, l’arcivescovo di Vienna dovrà continuare le discussioni in autunno. Un nuovo incontro a porte chiuse era stato chiesto per sabato, ma la diocesi di Vienna, il 6 settembre non l’ha confermato, riconoscendo tuttavia che l’iniziativa dei preti incontra un largo sostegno tra i laici e volontari, che sono benvoluti in Austria.
Da fonti interne alla diocesi, non esiste per ora “un ultimatum né sanzioni” (... e tte pareva-ndt) contro i preti, salvo in caso flagrante di “estrema disobbedienza” (boh!) . E si ricorda che esistono già delle eccezioni per dare la comunione ai divorziati risposati. Per il cardinale domenicano, l’appello dei preti richiama a più pedagogia (boh!) verso i 5,5 milioni di cattolici che conta ufficialmente la Chiesa Cattolica in questo paese di 8 milioni d’abitanti,
Ancora ferita per l’affare del cardinale Groër – nomina controversa, avvenuta nel 1986 di questo arcivescovo di Vienna che dovette alla fine dare le dimissioni, è più recentemente per gli scandali di abuso sessuale, la Chiesa d’Austria ha dovuto registrare l’anno passato, più di 80.000 partenze.
« Il dialogo non deve essere solo tra preti e l’ arcivescovo, ma con l’insieme del popolo dei fedeli”, insiste Hans Peter Hurka, présidente del movimento riformatore dei laici Wir sind Kirche (Noi Siamo Chiesa).

« Una grande riforma per rendere la Chiesa più missionaria »

 

« Il cardinale (Schönborn) non può più risolvere questo problema da solo. Tutti, vescovi, abati, rappresentanti dell’iniziativa dei sacerdoti, noi dobbiamo discutere insieme di questo problema” ha rincarato Dom Martin Felhofer, influente abate in Austria, che non ha esitato ad evocare il rischio di uno scisma nel paese.
Il téologo Paul Zulehner, a sua volta vicino al cardinale Schönborn ed al movimento « Noi siamo Chiesa », si è dichiarato disponibile per una eventuale mediazione. Perchè se Roma , si mostrera’ inflessibile sulle rivendicazioni dei preti in rivolta, la parola d’ordine sarà perseverare nell’unità.
Nell’immediato la fronda potrebbe ritardare un “rimodellaggio” previsto per l’autunno in 4000 parrocchie, in vista di ridurne il numero. « E’ una vasta riforma per rendere la Chiesa più missionaria (?) », afferma il porta-voce del cardinale Schönborn, Michael Prüller, che ammette tuttavia l’attaccamento dei cattolici austriaci ad assistere alla messa domenicale in ogni villaggio. (facciamo ciò che ci pare…ma andiamo a messa-ndt)
In questo senso il movimento di Padre Schüller si oppone a « consolidare le parrocchie » e promuove nel suo manifesto la soluzione alternative delle assemblée eucaristiche SENZA PRETI ( un richiamo al ‘68, tanto caro al post-concilio -ndt) e di conferire la direzione di ogni parrocchia a un uomo o ad una donna sposati o no., a tempo pieno o parziale ».

SEBASTIEN MAILLARD La Croix, 6/09/2011

Per il Cardinale Schonborn, l'ordinazione delle donne non è un problema: Link

http://gloria.tv/?media=188004