PPF IMPORTANTE MOZIONE economia ed occupazione ...

GREEE ECONOMY.jpgDA PROGETTO PER FERRARA

MOZIONE  ECONOMIA ED OCCUPAZIONE

 

Consiglio Comunale di Ferrara

 rilevato che

 ·                         Ferrara sta subendo i pesanti effetti della drammatica crisi economica nazionale ed internazionale, nel nostro caso aggravati dalla storica debolezza della struttura industriale ed imprenditoriale della nostra città;

·                         suddetta crisi determina dinamiche negative nei processi aziendali (crollo degli ordinativi, della produzione, del fatturato e dell’occupazione) e crescente incertezza  da parte di chi vorrebbe avviare un’attività ma, di fronte alle incognite, preferisce attendere;

·                          la somma dei due effetti citati  ha determinato la chiusura di molte aziende nel nostro territorio, una epidemia di licenziamenti ed il trascinamento verso il basso di tutti i principali indicatori congiunturali di settore, con bilanci aziendali in rosso e l’utilizzo abnorme della cassa integrazione ordinaria e straordinaria;

·                         la crisi economica non ha risparmiato nessuno, ha travolto industrie, artigiani, imprese individuali ed in termini assoluti, il bilancio più negativo si registra nel commercio al dettaglio e nelle attività manifatturiere, purtroppo in modo assai più devastante a Ferrara che nel resto della regione e nel Nord-est;

·                         il deterioramento della congiuntura, oltre alla medie-grandi imprese, ha riguardato, in misura più marcata, la piccola impresa (1-9 dipendenti) ed in particolare l’artigianato, soprattutto nel comparto delle costruzioni;

·                         la situazione è particolarmente difficile per la chimica-materie plastiche, per la lavorazione dei minerali non metalliferi e per il settore meccanico, nel cui ambito i mezzi di trasporto segnano un calo di produzione e di ordinativi ancora più accentuato di quello del fatturato;

·                         sul fronte delle esportazioni si registra una caduta ben più accentuata della media regionale, con il dato peggiore tra tutte le province dell’Emilia-Romagna ed un ulteriore indebolimento rispetto a pochi mesi fa;

·                         aziende come Berco di Copparo con 2350 dipendenti, VM di Cento con 1180, Romagna Ruote con 200 dipendenti, BBS di Ruina con 339, Felisatti con 70, TRW Automotive ed Lte di Ostellato, rispettivamente con 360 e 195 dipendenti, Vortex Hydra di Fossalta con 100 dipendenti, Cecarfer di Poggio Renatico, Secat di Pontelagoscuro, Decotrain di Migliaro, Tfc Galileo di Vaccolino, sono in fortissima difficoltà ed hanno attivato procedure di mobilità e/o di cassa integrazione, e stanno inoltre attuando misure straordinarie di ristrutturazione aziendale;

·                         anche il Petrolchimico è colpito da una da una profonda crisi che investe tutte le aziende del sito: Nylco, P-Group, LyondellBasell, Polimeri Europa, Yara. In particolare la crisi della Vinyls di Porto Marghera, che gestisce gli impianti di cvm e pvc,  prodotti finali del “ciclo del cloro”, di cui fanno parte anche gli impianti Sindyal/Eni di cloro/dicloroetano, a loro volta alimentati dall’etilene prodotto dal cracking di Polimeri Europa (Eni), rischia di generare un “effetto domino” con la conseguente chiusura, a cascata, di altre lavorazioni e/o di interi impianti a Ferrara, Mantova e Marghera; dalla Vinyls infatti dipende il futuro dell’intero petrolchimico di Marghera, degli stabilimenti di Sardegna, Ferrara, Mantova e Ravenna (alimentati dall’etilene), oltre che il futuro di decine di migliaia di posti di lavoro;

·                         Polimeri Europa risente della scelta di Eni di disimpegnarsi progressivamente dalla chimica industriale, mentre LyondellBasell, per produrre il polipropilene, deve approvvigionarsi di propilene proprio dall’impianto Polimeri Europa di Marghera;

·                         il nuovo stabilimento Estelux, spacciato dalla maggioranza al governo come il risultato più importante dell’Accordo di Programma sul Polo chimico, di fatto non aprirà mai, con la conseguenza devastante che centinaia di nuovi posti di lavoro promessi sono di fatto andati in fumo;

·                         il centro storico, il terzo settore dal quale ci si dovrebbe attendere una grande opportunità di sviluppo economico e dell’occupazione, soffre da decenni della totale assenza di un progetto organico di rilancio del turismo, che valorizzi l’immenso patrimonio storico e culturale che caratterizza la città e l’ha resa famosa tra gli operatori e semplici turisti. L’impoverimento, la desertificazione commerciale, il progressivo svuotamento residenziale, una mobilità urbana irrazionale ed inefficiente, un trasporto pubblico arcaico, la mancanza di spazi per iniziative congressuali, una fiera più simbolico che sostanziale, costituiscono alcune delle patologie che bloccano lo sviluppo delle attività imprenditoriali in campo turistico, congressuale e culturale. Le politiche di sostegno del turismo da parte dell’amministrazione comunale, dopo i meritevoli investimenti nell’hardware (il patrimonio fisico) negli anni ’80 e primi anni ’90, spesso hanno rappresentato uno spreco di denaro, in poche iniziative costose ed elitarie, che per nulla hanno contribuito al rilancio del centro storico;  

 considerato che

 ·                         è fallita la politica industriale della maggioranza al governo della città, attuata dalla giunta Sateriale prima e proseguita da Tagliani oggi. Una politica che ha regalato ad Enipower, in cambio del nulla, la mega centrale Turbogas e favorito il disimpegno dell’ENI dalla chimica a Ferrara, proprio grazie alla disponibilità per l’azienda di lauti profitti acquisiti nel mercato dell’energia, alternativi e sostitutivi di quelli ben più rischiosi ed incerti derivanti dal business della chimica;

·                         nessuno, tra chi ha governato la città negli ultimi decenni, si è mai occupato o preoccupato della capacità delle imprese del petrolchimico di riqualificarsi, di ristrutturare la propria filiera, di realizzare nuovi investimenti nella chimica fine, nella green economy, nella chimica vegetale, nelle biotecnologie e nelle nanotecnologie, nei nuovi prodotti per l’auto e l’edilizia, nella chimica ad alto valore aggiunto, nel cosiddetto vantaggio intellettuale italiano, ancora esistente. Ed il disastro da anni annunciato è purtroppo arrivato, tra menzogne sulla Turbogas ed illusioni dispensate a piene mani ai lavoratori ed ai cittadini ferraresi;

·                         la grave situazione del petrolchimico è pertanto anche diretta conseguenza di quelle non scelte o scelte sbagliate, che lasceranno alle future generazioni ferraresi un maggior inquinamento ed il problema irrisolto delle bonifiche, al posto di nuove opportunità di lavoro e di creazione di nuove imprese;

·                         Ferrara da decenni soffre, più in generale, di una inadeguata politica industriale, dell’assenza di un efficace azione di marketing territoriale e di un sistema di incentivi alle imprese insediate e da attrarre da fuori provincia, oltre che della  marcata ed evidente subalternità delle classi dirigenti, succedutesi negli ultimi decenni, ad alcuni portatori di interessi economici particolari, che, se in passato potevano apparentemente convergere con il bene comune e gli interessi della collettività, garantendo occupazione (comunque pagata in termini di inquinamento ambientale e danni alla salute), oggi essi non sono più in grado di offrire ai ferraresi gli attuali posti di lavoro, tanto meno nuovi, e neppure la prospettiva di uno sviluppo sostenibile nella green economy e di un risanamento ambientale del nostro territorio;

·                         il centro storico necessita di un progetto organico di rilancio turistico, congressuale e culturale;

·                         la dissennata politica dei servizi pubblici ha regalato ad Hera pezzi importanti del patrimonio collettivo ferrarese, non garantendo al tempo stesso il controllo, la qualità e la competitività delle tariffe dei medesimi servizi;  al contrario quelle scelte hanno consentito all’azienda di attuare politiche di incenerimento dei rifiuti, dannose per l’ambiente e la salute, e non portatrici di nuovi posti di lavoro, ed inoltre di rafforzare la propria posizione dominante nei servizi del gas, dell’acqua e della pubblica illuminazione;

·                         tale situazione anomala, nella quale chi dovrebbe essere indirizzato e controllato, in realtà decide le scelte nei servizi pubblici e le attua, ha affossato per decenni politiche virtuose di riduzione dei rifiuti, di raccolta differenziata porta a porta, di riciclo e riuso dei materiali, di risparmio energetico, di creazione di nuove attività ed aziende operanti nei settori suddetti e del conseguente incremento dell’occupazione per migliaia di nuovi posti che sarebbero stati creati dallo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali nella green economy;

·                         la posizione dominante di Hera le ha consentito di assumere posizioni arroganti nei confronti delle istituzioni, detentrici di quote di capitale azionario della società e concessionarie dei servizi pubblici ad essa affidati; al punto tale che non solo semplici cittadini ferraresi, ma anche le stesse istituzioni sono state trascinate innanzi a tribunali civili (e nel caso dei cittadini anche penali), allo scopo di realizzare, da parte di Hera, obbiettivi economici ed imprenditoriali palesemente in contrasto con l’interesse dei cittadini (ricorsi al TAR per l’AIA dell’inceneritore di Cassana, denuncia e citazione per danni per l’Inceneritore di Conchetta, non rispetto dei volumi di rifiuti speciali bruciati a Cassana);

·                         tale situazione di difficoltà nella gestione dei rapporti con il concessionario dei servizi pubblici locali, da parte della maggioranza di governo, ha determinato pesanti ripercussioni sulla popolazione, in termini di qualità dei servizi, ma soprattutto di costo dei medesimi per assenza di controllo e competizione, oltre all’inevitabile ricaduta negativa sui conti del bilancio comunale, per minori entrate e maggiori spese derivanti da nefasti contratti di servizio, oltre che per l’immobilismo caratterizzante la gestione dell’immenso debito pubblico, a causa del congelamento di decine di milioni di euro della collettività, in esigue quote assolutamente inutili, del capitale azionario di Hera;

·                         la crisi economica nazionale, unitamente ai gravi limiti dell’amministrazione della nostra città, ha scaricato sulle famiglie effetti devastanti che hanno stravolto la qualità della vita di decine di migliaia di ferraresi: una nuova povertà diffusa tra interi strati della popolazione; l’impossibilità di gestire i bilanci familiari sempre più gravati da bollette, affitto dell’abitazione o rata del mutuo, costo dell’assistenza familiare, rette scolastiche e/o delle case protette, tasse universitarie, crescenti costi di trasporti, vitto e beni di consumo;

·                         le nuove generazioni si trovano spesso nell’impossibilità di trovare una occupazione dopo gli studi e/o di mettere su famiglia o di farsi una casa; migliaia di ferraresi giovani e non, non trovando una risposta nell’offerta di lavoro privato o non potendo contare su di una sistemazione anche temporanea nel settore pubblico, nell’università o nell’indotto, sistemazione spesso assicurata invece a chi professa fedeltà al sistema politico-clientelare dominante, sono costretti ad emigrare o a pendolare per tutta la vita in altre città della regione, del paese o all’estero;

·                         numerose coppie di anziani o anziani soli, titolari di pensioni assai inferiori ai mille euro, non potendo sostenere i costi dell’assistenza nelle case protette o domiciliare, sono costretti ad una vita di indigenza e di solitudine;

·                         numerosi lavoratori in mobilità, in cassa integrazione, licenziati o precari non sono più in grado di assicurare un adeguato sostegno economico alle proprie famiglie, di condurre un’esistenza sia pure ai limiti della sostenibilità, di garantire il pagamento di mutui eventualmente contratti negli anni precedenti, di consentire ai propri figli l’accesso al diritto allo studio;

 ritenuto che

  ·                         il Comune, nell’ambito dell’equilibrio finanziario del proprio bilancio, abbia, nella situazione data e descritta, il dovere prioritario di destinare parte delle risorse disponibili in primo luogo all’aiuto delle famiglie ed alle fasce della popolazione più svantaggiate, oltre che di incentivare l’economia e l’occupazione;

·                         nella circostanza specifica, rappresentata dalla seduta straordinaria di oggi del consiglio comunale, finalizzata alla valutazione della crisi economica ed occupazionale che affligge la città ed alla definizione di misure urgenti in aiuto alle famiglie e a sostegno dell’economia e dell’occupazione, non è possibile proporre e discutere manovre strutturali di medio lungo periodo, ma appunto solo misure urgenti;

 

 

il consiglio comunale si impegna, ed impegna il sindaco e la giunta,

ad approvare nel bilancio di previsione 2010 i seguenti provvedimenti prioritari e a finanziarli con le fonti sotto indicate.

 AIUTI URGENTI ALLE FAMIGLIE.

 Vengono destinati un milione di euro per finanziare i seguenti interventi urgenti.

                         Introduzione di un sistema di tariffe alla “francese” (-30% per le famiglie economicamente svantaggiate, con almeno 3 componenti figli e/o ultra settantenni , -40% per le famiglie con almeno 4 componenti come sopra, -50% per le famiglie con almeno 5 componenti come sopra, -75% per famiglie con almeno 6 componenti come sopra) per nidi e scuole d’infanzia, per mense e trasporto scolastico, per scuole e campi estivi, per servizi di trasporto pubblico locale, per tariffe rifiuti urbani, acqua, gas e teleriscaldamento.

·                         Adozione di un sistema correttivo di compensazione dell’addizionale Irpef comunale, per attenuare l’impatto delle imposte sulle famiglie economicamente più svantaggiate, anche tenendo conto del numero dei componenti della famiglia, eliminando in tal modo l’attuale iniquità che caratterizza tale imposta.

·                          Introduzione di un sistema incentivante, attraverso contributi alle famiglie economicamente più svantaggiate, per l’acquisto di eco-pannolini lavabili e per l’utilizzo dei medesimi nei nidi comunali.

·                         Realizzazione della raccolta differenziata porta a porta in tutti i quartieri idonei (70% della popolazione) senza alcun riconoscimento di maggiori oneri al concessionario, ed applicazione della tariffa puntuale sui rifiuti, attuando contestualmente un sistema di incentivi premianti per chi più ricicla.

·                         Incentivazione dell’utilizzo diffuso dell’acqua potabile da rubinetto, garantendo alle famiglie più svantaggiate l’installazione di adeguati filtri condizionatori, passivi ed a basso costo, per assicurare la qualità organolettica dell’acqua.

·                         Istituzione di una apposita “Consulta comunale della famiglia” alla quale partecipino dieci rappresentanti delle associazioni impegnate nel settore e dieci rappresentanti di altrettante famiglie economicamente svantaggiate e/o numerose, con funzioni consultive e propositive, in relazione a tutti i provvedimenti dell’amministrazione comunale che riguardino la famiglia.

·                         Promozione dei mercatini a filiera corta in città (dal produttore al consumatore), a prezzi controllati dal Comune, per prodotti dell’agricoltura (frutta, verdura e prodotti derivati). Promozione in città di almeno 20 stazioni di distribuzione di prodotti sfusi (latte fresco, detersivi, vino, succhi, olio, pasta, farina, zucchero, ecc..). Promozione dei GAS (gruppi di acquisto solidale).

·                         Gli interventi sopra indicati vengono finanziati con la riduzione pari a un milione di euro della spese relative a: premio di risultato per i dirigenti; consulenze assegnate a terzi; iniziativa denominata “Incendio del Castello”.

 

INCENTIVI URGENTI ALLE IMPRESE ED ALL’OCCUPAZIONE

 Vengono destinati due milioni e mezzo di euro per finanziare i seguenti interventi.

                             Rinuncia da parte del Comune, fino ad un massimo di 500 mila euro, degli oneri di urbanizzazione primaria, secondaria e del contributo di costruzione, per nuovi insediamenti industriali nel territorio comunale, o per ampliamenti di stabilimenti esistenti, che creino nuova occupazione (almeno un nuovo occupato ogni 200 mila euro di investimento privato).

·                         Incentivazione, fino ad un massimo di 500 mila euro di spesa per il Comune, degli investimenti industriali in macchinari ed impianti in aziende esistenti, destinati all’aumento del catalogo e/o del volume e/o della qualità dei prodotti, erogati a fondo perduto in forma diretta o attraverso la riduzione di ICI, TIA, Addizionale Energia, in relazione all’entità dell’investimento privato ed alla nuova occupazione creata (almeno un nuovo occupato ogni 100 mila euro di investimento).

·                         Incentivazione, fino ad un massimo di 500 mila euro di spesa per il Comune, erogati a fondo perduto in forma diretta o attraverso la riduzione di ICI, TIA, Addizionale Energia ed in rapporto all’entità dell’investimento, per la creazione di nuove imprese della green economy (riciclo e riuso dei rifiuti, riparazione e rivendita degli ingombranti, produzione di compost, prodotti di arredo urbano da materiali recuperati, bonifiche di falde e terreni, recupero e riutilizzo dei metalli, risparmio energetico, energie alternative, micro generazione, sistemi sostenibili di mobilità urbana, ecc..).

·                         Incentivazione per la nuova occupazione, fino ad massimo di 500 mila euro di spesa per il Comune, erogati alle aziende, a fondo perduto nella misura di 4000 euro per ogni nuova assunzione, non sostitutiva, a tempo indeterminato.

·                         Incentivazione, fino ad un massimo di 500 mila euro di spesa per il Comune, erogati a fondo perduto direttamente o attraverso la riduzione di ICI, TIA, Addizionale Energia, tassa di occupazione suolo pubblico, tassa pubblicità, di nuove attività commerciali e/o di accoglienza turistioca, che comportino la riqualificazione di contenitori nel centro storico e creino nuova occupazione.

·                         Attivazione di un servizio di marketing territoriale che, in collaborazione con la Camera di Commercio, la Sipro, le Associazioni Industriali e degli Artigiani, promuova il nostro territorio nel mondo; predisponga offerte incentivanti tese ad attrarre imprese da fuori provincia e dall’estero; collabori con la pianificazione territoriale per individuare siti idonei nuovi o già industrializzati, da destinare a nuove imprese; che selezioni i settori industriali da incentivare, compatibili con le criticità ambientali del territorio ferrarese e le caratteristiche industriali, agricole, di servizi e di patrimonio professionale esistenti; promuova la reindustrializzazione del Petrolchimico attraverso nuovi insediamenti della green economy, ed altre attività industriali attratte dalla disponibilità di reti gas, acqua, vapore, energia, sistemi di trasporto su acqua, ferro, strada (serre, lavanderie industriali, lavorazioni a caldo, trattamenti termici, fusioni metalli in forni elettrici, ecc…..).

·                         Gli interventi sopra indicati vengono finanziati da due milioni e mezzo di euro provenienti dall’aumento del canone di concessione dei servizi idrici (400 mila euro); dalla riduzione della spese relative a: non sostituzione del personale in uscita per dimissioni e pensionamenti (blocco del turnover, 300 mila euro); trasferimenti al Teatro Comunale (400 mila euro); interessi pagati sul debito a seguito della sua riduzione grazie alla vendita di 20 milioni di euro di azioni Hera (500 mila euro); contratto calore (400 mila euro); contratto illuminazione pubblica (500  mila euro).

 

Valentino Tavolazzi

Presidente Gruppo consiliare

Progetto per Ferrara www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=px95c3xSx1w