Di lui mi parlava sempre mio nonno e il ricordo non era di quelli che sbiadiscono facilmente. Era un gentiluomo d'altri tempi, affabile e curioso, uno spirito universale ed eclettico. Si chiamava Davide ed era di religione ebraica, ma il cognome non lo ricordo e forse non lo ricordava neppure nonno Lorenzo. Erano diventati amici, i due, nel corso degli ultimi viaggi da marittimo che il nonno fece negli anni Trenta. Davide era un funzionario del Lloyd triestino di stanza a Tripoli, in Libia. Aveva mantenuto il suo ufficio anche dopo lo scoppio della guerra del 1939 e aveva assistito con rammarico alla visita del gerarca nazista Goering in Libia nella primavera di quell'anno, proveniente da Sanremo con il suo yacht personale. Dotato di grande cultura e di sensibilità non comune aveva commentato con sconcerto e tristezza quell'evento nell'ultimo incontro con mio nonno, durante una sosta della nave, su cui era imbarcato, nel porto libico. Soffiavano già sinistri i venti della persecuzione razziale, ma Davide era desideroso di venire in Italia e di conoscerne da vicino le bellezze. Nelle acque di Malta terminò la carriera di navigante del nonno, in quanto il bastimento si ritrovò minato dagli inglesi: Lorenzo non ebbe più notizie di Davide, l'ebreo libico, forse catturato dai nazisti nel prosieguo del conflitto appena cominciato. A quanto poi si seppe più tardi un nipote risultava ancora vivente in Libia negli ultimi anni di re Idris, poi deposto da Gheddafi nel 1969. Lorenzo lasciò questo mondo nel 1970 e prima di morire evocò non poche volte la figura dell'amico di allora, ricordandone la storia.
Casalino Pierluigi, 17.02.2015