http://www.bol.it/libri/editore/Este-Edition/7/S/1/
In copertina disegno di Anna Coin
Nota di ringraziamento
Introduzione di Angelo Negri
Prefazioni di Liborio Parrino-Giovanni Terzano e di Susanna Marchetto
In quarta di copertina, stralcio d’una lettera di Elio Cataldo
Chi non ha mai avuto almeno qualche problemino col letto, o più propriamente col sonno? Probabilmente tutti, prima o dopo, e nostro malgrado, abbiamo dovuto affrontare il capitolo insonnia. Ma c’è insonnia ed insonnia. Gli effetti d’una nottata in bianco, il giorno dopo, si fanno sempre sentire. Mancanza di concentrazione, e persino mancanza di sintesi dialogica, irritabilità, astenia e senso di vertigine se non di svenimento. Questi i sintomi salienti d’un dormire incompleto, irregolare o comunque insufficiente, che, nell’eventuale sequela di qualche altra notte passata in bianco, accrescono il loro potenziale rendendo il soggetto malcapitato una specie di automa, deambulante solamente grazie alla forza di gravità che, come un piedestallo, lo sostiene. Se questi sono gli inconvenienti, minimi, che toccano a chi abbia dormito male, ma che in qualche modo o per qualche ora della notte abbia dormito, si pensi un attimo a quali conseguenze possa andare incontro la persona che per all’incirca quindici anni (dico quindici – mica farnetico) non sia riuscita a passare una sola notte dormendo in maniera decente! È un caso di vera, perspicace insonnia, quest’esperienza raccontata nel dettaglio da Paola Montesello Coin. Un autentico, debilitante, deprimente calvario, che l’ha vista protagonista, suo malgrado, d’una via crucis che ne ha devastato il fisico e finanche la psiche. Una penitenza che, nel tentativo clinico di superare la seria problematica, nella sua fase ascendente, l’ha portata all’intossicazione da psicofarmaci, fino al raggiungimento d’un’assuefazione che, dal punto di vista terapeutico, ha coinciso con l’essere assolutamente inefficace. E che poi, nel corrispettivo trend discendente, l’ha vista subire il frustrante, sofferto, impervio decorso d’una lentissima, progressiva disintossicazione, vissuta con l’incubo di non riuscire a venirne fuori mai più. Invece, grazie ad una forza di volontà provvidenziale, lei ce l’ha fatta – alla faccia del destino.
All’epoca in cui ebbe inizio la disavventura, e per parecchi anni dopo, era una problematica poco nota alla scienza medica, scarsamente studiata. Tant’è che non era neppure considerata "malattia". D’insonnia non si muore era il reiterato refrain cui la Montesello si sentiva dire da più parti. Finché, e finalmente, qualche medico volle approfondire l’argomento… ed è di coseguenza che è stata fondata l’AIMS, l’Associazione Italiana della Medicina del Sonno. Così l’autrice fu, per la prima volta, riconosciuta vittima d’una patologia clinicamente definita ‘malattia dei disturbi del sonno’.
Ma prima ancora di scrivere il libro in questione, quest’autrice-malata (nel momento in cui la malattia non fu più considerata ‘immaginaria’) volle confidare al lettore quanto era venuta a sapere, a sue spese, circa l’insonnia. Dandone concreta e scientifica testimonianza. La sua prima pubblicazione s’intitolava, parallelamente a quest’ultima, Dormire con gli occhi aperti. Alla diffusione del quale ha molto giovato la trasmissione televisiva di Fabrizio Frizzi, Cominciamo bene, che allora andava in onda al mattino su RAI 3. Furono, quindi, gli stessi medici specialisti a leggere con interesse tale primo libro. Anzi, proprio quei medici, che s’accingevano a divenire luminari d’una nuova branca medica, pretesero di fare degli esperimenti sulla nostra autrice ex malata d’insonnia. Ed i medesimi hanno collaborato, insieme all’inevitabile sua psicologa (che per molti anni l’ha affiancata nell’affrontare sia le insidie del mancato sonno sia le successive turbe dovute alla disintossicazione ed alle successive diatribe post guarigione), alla stesura di quest’ultima, esaustiva pubblicazione.
È un libro che, nel portare a conoscenza un grossissimo problema, probabilmente epocale, del quale, come dissi, prima o poi nessuno ne rimane indenne, sa oltretutto infondere esistenziale fiducia.
Emilio Diedo