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Tecnologia, social e libertà.



---------- Forwarded message ---------
Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>
Date: gio 20 feb 2025 alle ore 16:32
Subject: Tecnologia, social e libertà.
To: ROBERTO GUERRA <guerra.roby@gmail.com>


https://asinorossoferrara.blogspot.com/2025/02/tecnologia-social-e-liberta.html
 
La democrazia non è più una garanzia acquisita, ma un campo dove siamo chiamati ad agire con agonismo e speranza e soprattutto con il coraggio di difendere valori che da secoli ci dividono dai sistemi dispotici. Chi vuole il cambiamento e passare dalla responsabilità sociale alla intenzionalità sociale non può più limitarsi a dichiararlo. Deve agire per non perdere la nostra visione del mondo e la tutela dei nostri  diritti. La governance democratica resta la miglior via per innovazione e sviluppo. A margine, ma non troppo, di questa riflessione, si ricorda che l'Oxford English Dictionary ha annunciato come parola dell'anno "brain rit", letteralmente "marciume cerebrale", che è l'espressione che descrive la sensazione che si prova dopo aver passato molto tempo sui social media. I social media ci fanno, dunque, marcire la mente? Certo un'idea deformante deforma anche lo strumento che la porta, e cioè in questo caso la mente che la pensa. Esiste,tuttavia, una prospettiva più ampia e condivisibile: i social network non sono il male assoluto, tutto dipende da come lì si usa. Il loro impatto negativo è quello sulla nostra capacità di creare e di mantenere un "senso del Noi". Sicuramente la pressione generata dai social può influenzare negativamente il benessere dei giovani e persino del corpo sociale che funge da elettorato e addirittura delle persone votate. Rischio di ansia e depressione, disturbi legati all'immagine corporea, ma anche all'immagine interiore: più connessi, dunque, ma più soli, con perdita anche sul piano della rappresentanza democratica. Tutti i tentativi che si sono messi in atto per impedire ai giovani di entrare nei social sono falliti, con il risultato di lasciarli in balia di una sempre più dilagante disinformazione che alla radice del sabotaggio della democrazia spesso operato da potenze straniere totalitarie. La stessa AI si sta rivedendo un potente specchio disarmante fatto di tecnologia generativa. Non sappiamo se ci sarà una ribellione, una reazione come quella "luddista", ma tutti noi, se ci sarà, dovremmo esserne protagonisti.
Casalino Pierluigi 
 

 


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Roberto Guerra
 

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