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Venerato, temuto e poi simbolo di emancipazione: nella Festa nazionale del gatto ripercorriamo le tante vite del felino dall'antichità ai giorni nostri.
Il gatto è tra i migliori amici dell'uomo e tra quelli addomesticati per primi:
fin dall'antichità, da quando l'uomo scoprì i piaceri dell'agricoltura
(e l'odio per i topi di cui il felino era fiero cacciatore). Diffuso nei
territori della Mezzaluna fertile e venerato tra gli antichi Egizi, il gatto si trasformò persino in bene di contrabbando con i Fenici, e con loro giunse fino a Roma. Superati gli "anni no" del Medioevo, quando la Chiesa punì lui per educare tutti i pagani, ebbe una riscossa nell'Ottocento, diventando simbolo di emancipazione (è presente anche in un simbolo anarchico) e libertà.
Venerati nell'antico Egitto
Gli antichi Egizi lo consideravano un animale sacro e veneravano una dea con le sue sembianze (Bastet), simbolo di fecondità e amore materno. Ed era così importante da essere mummificato e sepolto nelle loro tombe. L'esportazione era punita, ma i Fenici lo contrabbandarono per venderlo a ricche famiglie nei Paesi mediterranei, come bene di lusso.
Il Gatto, forse piu intelligente del Cane, Bello e Raffinato, quasi un Marziano, da sempre amico dell'Uomo-spesso compagno di gioco dei Bambini...