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Ogni epoca ha il suo campo di battaglia. Nel passato, erano i territori, le ideologie, le religioni. Oggi, il fronte principale sembra essere l’informazione, o meglio, la disinformazione. È un terreno meno visibile, ma non meno cruciale, dove si decide chi controlla la narrazione, chi influenza le decisioni e, in ultima analisi, chi plasma il futuro. Mai come durante la pandemia da Covid-19 ci siamo accorti di quanto fragile sia la nostra capacità collettiva di distinguere il vero dal falso. Ma ciò che rende la disinformazione particolarmente insidiosa non è solo la sua diffusione virale, amplificata dai social media e dalle reti digitali. È la sua capacità di intrappolare le società in paradossi, contraddizioni che ne complicano la comprensione e la gestione. È un labirinto in cui ogni via d’uscita sembra chiudersi su se stessa.
Il primo paradosso,
, è forse quello che più colpisce l’intuito. Tentare di correggere una falsità può, contro ogni logica, rafforzare una convinzione errata. Immaginiamo una persona che crede fermamente che i vaccini siano pericolosi. Ogni smentita, ogni spiegazione scientifica, ogni dato che dimostri il contrario non fa che renderla più ferma nelle sue credenze. Come può accadere? La psicologia cognitiva offre una risposta: la mente umana non è una macchina razionale, ma un insieme di meccanismi emotivi e istintivi. Quando un’informazione minaccia il nostro sistema di credenze, rispondiamo non accogliendo il nuovo dato, ma difendendo quello vecchio. È una reazione di sopravvivenza, un modo per preservare l’identità. Ma è anche il motivo per cui combattere la disinformazione con semplici “correzioni” può essere un’arma a doppio taglio. Un caso emblematico è quello legato al e alla figura di . Ogni suo intervento, che si tratti di un discorso pubblico o di un post sui social media, attira non solo attenzione ma anche attacchi feroci e una valanga di disinformazione mirata a screditare lei e il movimento per la giustizia climatica. Tentativi di correggere le falsità spesso portano a un’escalation: gli attacchi diventano più aggressivi, le convinzioni errate più radicate. In questo ciclo, l’effetto boomerang si rivela nella sua piena forza, con la verità che fatica a emergere in un mare di ostilità.
Bell'articolo della Treccani, custode del linguaggio in Italia, oggi con i Social e i Media a rischio, anche domani....La disingormazione subdola, spesso non diretta, ma nel no detto ancor di piu' e i falsi paradossi......Asino Rosso