FORMA E SOSTANZA
Di cosa vive l'uomo? Qual è il cibo che lo tiene in vita, il man-tenimento di cui ci dice Heidegger? Gli antichi fisici parlavano degli atomi duri e pesanti (atomisti, come Democrito e Lucrezio, altro che stoici e neoplatonici), ambrosia e nettare, cibo e bevanda per il corpo e la mente. I moderni fisici parlano invece di energia (l'energheia di Aristotele) e della massa come un comportamento dell'energia (J. Baggott, Massa). Allorquando, magari mediante un microchip o qualcos'altro, saremo in grado di introiettare nel "corpo", o più propriamente "forma" (sinonimi in Ovidio, Le Metamorfosi), che sarà, uno stato di benessere tale per cui già negli anni Ottanta del secolo scorso Smizer, in contrasto con Severino, parlava di "Paradiso Artificiale"; di cosa avremo allora bisogno?! Cos'altro, esattamente, nel migliore dei modi possibili, ci man-terrà in vita?!
Naturalmente, oggi, è possibile "credere" a qualcosa che sia - in Ovidio, la mente è solo uno degli innumerevoli modi di pensare; così che credere è soltanto un modo per far sì che l'intera struttura, oggi mente e corpo, funzioni. Ma, domani, il cibo che occorrerà sarà lo stesso?
Non credo!
Il mio amico Roberto Manzocco ha scritto un mese fa sul Sole 24 ore che sono già oltre 120.000 i meccanismi artificiali neuronali impiantati nell'uomo con successo.
Come sempre, (forse) vedremo... Chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza.