QUANDO LA PSICOSI CORRE PIU' DEL VIRUS
In questi mesi è in corso la più grande vaccinazione di massa che la storia della medicina ricordi, e il dibattito tra sostenitori e contrari s'infiamma.
Da una parte abbiamo chi crede fermamente nella scienza, dall'altra chi nutre dubbi sulla sicurezza ed efficacia dei nuovi vaccini anti Covid.
A sostegno del fronte vaccinista abbiamo la scienza ufficiale e le assicurazioni delle case farmaceutiche che però non convincono del tutto.
A non convincere sono innanzitutto i tempi. Il vaccino anti Covid che ci prestiamo ad assumere è un vaccino doppiamente sperimentale. Nuovo è il virus da combattere e nuova è la tecnica a base genetica utilizzata.
Questi due fattori avrebbero dovuto indurre le industrie del farmaco e gli Enti di controllo ad agire con estrema cautela. Invece, spinti dall'emergenza e pressati dai governi sull'onda emotiva amplificata dai mezzi d'informazione, hanno preferito correre e bruciare le tappe.
Prima di entrare nel vivo della questione Covid, facciamo una breve riflessione sulla figura del negazionista, cui si contrappone quella del vaccinista.
Negazionista è chi nega la gravità del virus (è solo un'influenza un po' più aggressiva afferma di sovente, i numeri della pandemia sono gonfiati, ecc.) e rigetta con forza le misure governative di contenimento ritenendo le mascherine inutili e le restrizioni lesive delle libertà individuali.
Il vaccinista è invece chi crede in maniera acritica alle affermazioni degli scienziati televisivi e prende per oro colato tutto ciò che ci propinano giornali e tivù. E' uno strenuo assertore della validità dei vaccini che ritiene siano la panacea dei mali del mondo e che, se fosse possibile, prenderebbe anche a colazione. Vive d'incrollabili certezze, elaborate da altri.
Sono due posizioni estreme che hanno tuttavia una cosa in comune: l'ignoranza, intesa come mancanza di conoscenza scientifica che si associa al fanatismo e alla pigrizia mentale.
La foga con cui queste due categorie di persone si confrontano sui social a suon d'insulti, è la stessa dei tifosi del lunedì che s'improvvisano calciatori, arbitri e commissari tecnici. La differenza è che non stiamo parlando di partite di calcio, ma di una partita per la vita.
Nella prima parte di questo saggio sono ripercorse le più grandi pandemie della storia e spiegato come sono state sconfitte, alcune in modo naturale e altre grazie alla scienza: dalla Peste Nera del 1300 che uccise un terzo della popolazione europea, all'Influenza Spagnola del 1918 che fece più morti della prima guerra mondiale; parleremo della nascita del primo vaccino che permise di sconfiggere il morbo del Vaiolo e, nelle pagine di approfondimento, come negli anni venti/trenta il governo italiano debellò la piaga della Tubercolosi.
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