Transumanesimo, politica e psicologia di massa

Sono tutt'altro che fan dei paragoni spesso strumentali tra gli eventi recenti e gli anni '30, ma se c'è una cosa che molti politicanti italiani, che ripetono l'errore dall'antiberlusconismo all'antisovranismo trasversalmente alle diverse fazioni, dovrebbero imparare dalla sconfitta popolare delle forze liberali e socialdemocratiche da parte di comunisti e nazionalsocialisti nella Repubblica di Weimar è che basare il proprio discorso su una mera opposizione ad altro, permettendo che la partita si giochi sul campo ideologico e tematico definito dall'avversario, è intrinsecamente fallimentare per com'è strutturata la psicologia umana.
Autori come Le Bon, Lederer e Mosse, come molti studi di psicologia sociale, hanno mostrato come la politica sia innanzitutto una battaglia di percezioni, fenomeno ancora maggiormente amplificato dai meccanismi della società di massa, dall'uso smodato delle tecnologie telematiche a fine pubblicitario e dalla saturazione delle informazioni conseguente alla rivoluzione digitale.
Essere solo "anti", senza proporre una propria visione forte, vuol dire solo togliere spazio e presa psicologica alla propria narrazione per darne ancora maggiormente a quella di chi si vuole avversare.