Ferrara, Tiemme eBook (a cura di R. Roversi) : Due ebook di Camilla Bisi, Poetesse Italiane e Essere Donna
Doppia chicca news per Tiemme edizioni digitali (da Ferrara), sempre rilanci classici, in diverse occasioni (dal catalogo) preziose ANCHE per la nuova visibilità di libri o autori e autrici del passato, assolutamente di interessi attuali.
Ad esempio questa scrittrice- CAMILLA BISI - del primo novecento capace - in epoca veramente ancora ardua per le donne- di fare parlare la libertà e la bellezza attraverso la poesia LETTERATURA e senza le sovrastrutture femministiche sempre meno credibili contemporanee: nel senso che oggi, troppo spesso si confondono temi sociologici con temi letterari ma anche il coraggio della libertà con il suo abuso (spesso) in nome di pseudo libertà stesse e arroccamenti faziosi e veteroideologici (persino genderistici...).
Nella Bisi, alla faccia dell'epoca, tutta la creatività femminile personale ma anche già "collettiva" e proprietà emergente sociale (con la Bisi promotrice e critica anche letteraria), è semplicemente in Primo Piano.
Da notare, altra caratteristica editoriale, la particolare attenzione alle copertine eBook, forse tra le migliori finora realizzate (vedi anche link 2 per l'Book Essere Donna).
CAMILLA BISI POETESSE ITALIANE
Camilla Bisi scrisse questo prezioso e imperdibile saggio nel 1916 (titolo originale Poetesse d'Italia), in cui commenta la muliebre sensibilità lirica di oltre 50 poetesse italiane, fra le quali: Gaspara Stampa, Ada Negri, Amalia Guglielminetti, Alinda Brunacci Brunamonti, Vittoria Aganoor, Luisa Anzoletti, Annie Vivanti, Anna Evangelisti, Ofelia Mazzoni, Anna Scalera, Elsa Schiaparelli, Alda Rizzi, Giulia Cavallari Cantalamessa.
https://www.amazon.it/dp/B07FK81FMX/ref=sr_1_14?ie=UTF8&qid=1531473045&sr=8-14&keywords=essere+donna
Questa famosa silloge di Camilla Bisi è composta da quattordici novelle, pubblicate nel 1934. Oltre a Essere Donna, il racconto che dà il titolo al libro, comprende anche lo struggente Sette rose, una vicenda ispirata dall'appassire delle sette rose che le donò Mario Baistrocchi, suo compagno di università, prima di partire per la Grande Guerra, dalla quale non tornò
dr. Riccardo Roversi
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