IL PENSIERO POLITICO DELL'ISLAM TRA PRINCIPI E CONTRADDIZIONI

La forza teorica dell'idea di uguaglianza tra uomo e donna non riesce ancora a incidere nel mondo islamico, nonostante che il Corano la proclami (e qualche pensatore illuminato come Ibn Rushd, l'Averroè de latini, lo consigli caldamente per il bene della società), per un motivo molto semplice: l'opposto avviso in pratica dei primi musulmani e nella codificazione da parte dei primi giuristi. Ma ancora prima della questione femminile, così controversa e tuttora aperta, e aldilà della scissione sciiti sunniti, la visione politica dell'Islam, pure negli stati moderni, è dettata da un equivoco di fondo: quello di una religione politicizzata anche a ai fini della difesa istituzionale contro le derive dottrinali dello stesso Islam. La  Rinascita araba e islamica nel XIX secolo, e le successive stagioni dell'Arabismo, soprattutto post-coloniale e laico non confessionale, comportarono un cambiamento rimasto incompiuto, come ebbe a temere il grande arabista italiano Francesco Gabrieli che conobbi personalmente in gioventù. Ci fu un tempo in cui lo stato islamico era naturaliter teocratico, anche se nei fatti non perfettamente confessionale, come certi islamisti fanatici di oggi CI fanno credere. Neppure il Sultano ottomano arrivò mai a certi eccessi. Ecco alcune delle contraddizioni di una corrente di pensiero e di idea che ai giorni nostri cerca di liberarsi dai suoi demoni, non riuscendoci.
Casalino Pierluigi