Futurismo, perchè la stampa non si aggiorna?



di Roby Guerra

Nulla da fare, periodicamente, anche nel 2016, nonostante il neofuturismo, erede "minore", ma concreto e rilevante della matrice storica dell'avanguardia di Marinetti, al passo con l'era informatica e di Internet e delle nuove tecnologie, sia da anni anche evidente a livello pubblicistico nazionale (si veda soltanto l'ancora recente http://www.armando.it/marinetti-70) Marinetti 70. Sintesi della Critica Futurista, a cura del sottoscritto e di A. Saccoccio, tra gli autori - circa 20-alcuni almeno dei più importanti storici e critici del futurismo, vedi link Armando editore, 2015)... sui media italiani si leggono ancora segnalazioni o analisi attardate, non aggiornate. Pure basta un semplice giro nel web... 
Ad esempio recente ecco questo articolo da L'Ideale...
http://www.lideale.info/doAnteprimaConfTot.php?ArticleAn=1653#.V6NYTBIwig5

Un intervento anche interessante, ma manca, riassumendo, l'informazione oggettiva del nostro tempo: pure, verso la fine
l'autore ha anche pur scritto: "..Che resta quindi del pensiero futurista nell'attualità, delle sue proposte rivoluzionarie, del suo tentativo di rottura con ogni tradizione accademica? Certamente  il suo mandato si rispecchia nelle nuove tecnologie applicate all'arte, dal teatro alla danza, al disegno grafico, alla fotografía, al cinema, alla pittura, alle performances, agli eventi culturali organizzati con programmi computerizzati, proiezioni, distorsioni elettroniche della musica, della parola e dell'immagine. La tecnología applicata all'arte e alla vita è sicuramente di stampo marinettiano. Marinetti canta alle macchine nel 1909, così come noi, oggi, celebriamo quotidianamente la nostra affezione  ai computer, alle infinite possibilità del digitale. E ancora per noi, come per Marinetti si rivela importante la questione dello spazio-tempo, la rottura della statica delle due dimensioni.    Nonostante la sua corta vita, il movimento futurista lascia come testamento vitale uno sguardo nuovo sul mondo, una dissacrante domanda sulla sua apparenza e struttura, l'interesse per la transformazione, per le novità della scienza e della tecnica e le loro imprescindibili conseguenze che alterano la percezione dell'uomo  persino su stesso, la necessità incessante di riscrivere i canoni dell'estetica  e dell'etica sul ritmo imparabile delle rivoluzioni umane".
Conclusione rilevante, a parte "la sua corte vita" ???? (1909-1944 ha certificato semplicemente la grande mostra americana al Guggenheim a cura di V. Greene del 2014!)  ma è proprio quello che segnalano Marinetti 70 e diversi altri libri editi in questi anni da nuovi futuristi degli anni duemila...