Suggestioni della modernità. La stagione visionaria del simbolismo in mostra a Rovigo.

"Il trionfo delle tenebre" di Sascha Schneider è una delle opere protagoniste di una mostra fortunatissima che, apertasi il 7 marzo, proseguirà fino al 14 giugno, a Rovigo, nel ricordo della stagione del simbolismo. "Il demone della modernità, pittori visionari all'alba del secolo breve": questo è il titolo di un evento straordinario allestito a Palazzo Roverella, sede non nuova per avvenimenti del genere, la cui cifra semantica va oltre lo stesso messaggio dell'arte che celebra, recuperando i tortuosi meandri di una cabala che ha perduto la chiave mistica originaria per approdare all'oscurità feconda  dell'inconscio. Il regno dell'invisibile la fa da padrone in una sequenza di lavori che restano un momento di rilevante patrimonio creativo. Un mix di reminiscenze mitiche, intrise di un lirismo onirico dalle diverse caratterizzazioni fantastiche, si apre ai nostri occhi con tutta la forza di una riflessione inventiva quasi irripetibile. Questo è il succo di un evento unico nel suo genere, che ci ripropone le immaginazioni cosmiche e vertiginose di Moreau, di Ciurlionis, di Martini, di Von Stuck e di tanti altri ancora come Benjamin Klee e Odilon Redon, immersi in una variopinta teoria cromatica e chimerica dagli spunti pre-freudiani. Pur con qualche assenza, a nostro avviso, non del tutto giustificata da parte degli organizzatori, la mostra si afferma con tutta la sua verve, con tutta la sua capacità di sedurci e di trascinarci verso l'abisso, mentre sembrano echeggiare, nell'occasione, nel nostro profondo i suoni della Rapsodia Satanica di Oxilia e Mascagni.
Casalino Pierluigi