Art Politik Podemos tra futuro e presente



da Ferrara Italia  Sergio Gessi
(estratto)


Una politica per cambiare il mondo? In Spagna Podemos


“Convertire l’indignazione in cambiamento politico”. E’ uno degli slogan di Podemos (possiamo) la nuova formazione politica spagnola che nel corso dell’ultimo anno ha rimesso in moto la speranza di trasformazione del Paese. Alcuni la associano al nostro Movimento 5 stelle, altri ne sottolineano i tratti identitari propri della sinistra. “Di ‘unire la sinistra’ non me ne importa nulla”, ripete spesso il carismatico leader del movimento Pablo Iglesias, “noi siamo per l’unità popolare”.
Podemos si ispira al Movimento 15m (esploso in Spagna il 15 maggio 2011, contro la crisi economica e l’austerity) e fa riferimento agli ambienti no global e alle esperienze dei forum sociali. Incardina oggi l’opposizione al bipartitismo imperniato su socialisti e popolari: un sentimento consolidato, conseguente a una serie di scandali che ha visto protagonisti i due partiti che si sono alternati al governo dopo la fine del regime franchista nel 1978. Iglesias, che ha soggiornato a Bologna per il suo Erasmus, ha avuto contatti con i centri sociali e i Disobbedienti ed evidentemente ne ha tratto spunti utili non solo alla sua tesi di dottorato.
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L’impressionante folla radunata in plaza del Sol a Madrid per una manifestazione di Podemos
“Podemos – scrivono Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena, autori di un recente saggio pubblicato da Alegre – nasce dalla rivolta contro la ‘casta’, ma soprattutto dall’onda lunga del movimento degli ‘indignados’. Il suo gruppo dirigente proviene per formazione e cultura dal variegato mondo della sinistra radicale, e in Europa ha deciso di stare con il gruppo di Alexis Tsipras, di cui condividono il programma anti-austerity. Ma preferiscono presentarsi come ‘né di destra né di sinistra’, privilegiando la metafora del ‘basso contro l’alto’, del 99 percento contro l’un percento”.
“Eppure – osserva Roberto Ciccarelli su Alfabeta 2 – Iglesias, e il ristretto giro dell’università Computense di Madrid citano – in pubblico, meno in tv – Toni Negri, Gramsci, Ernesto Laclau o il Venezuela. Parlano di ‘movimenti’, ‘socialismo’, assomigliano alla prima generazione del movimento operaio europeo”. E Luis Alegre, uno dei fondatori, conferma: “Siamo per l’unità popolare, ma ci sentiamo bene sul lato sinistro del tavolo”.
Proprio all’università Complutense di Madrid c’è il cuore di Podemos. Da lì provengono sia Alegre sia Iglesias, ma pure altri esponenti di primo piano come Carolina Bescansa, Errejón e Monedero che, cinquantaduenne, è il più anziano del gruppo dirigente.

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