Le Scienze: L'INF di Ferrara come NCIS su un falso Leger

La fine della privacyFin dagli inizi degli anni ’70 un quadro acquisito dalla mecenate americana  Peggy Guggenheim, attribuito a Fernand Léger, ha suscitato dubbi sulla sua autenticità a seguito di un’affermazione dell’esperto inglese su Léger, Douglas Cooper. Ora arriva la conferma che si tratta di un falso da un gruppo di fisici dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che ha analizzato la tela col metodo del radiocarbonio, sfruttando un’idea innovativa

Roma, 6 febbraio 2014 - Dopo decenni in cui storici, critici, studiosi ed esperti non hanno saputo esprimersi sullo status dell’opera, che non è stata mai esposta da quando la Fondazione Solomon R. Guggenheim ha assunto responsabilità per la collezione e mai pubblicata sui suoi cataloghi, oggi finalmente l’enigma è stato risolto grazie a un acceleratore di particelle. I ricercatori hanno misurato la concentrazione di radiocarbonio in un piccolo frammento della tela non dipinta di un’opera che si presumeva appartenere alla serie “Contraste de Formes”, realizzata tra il 1913 e il ‘14, e hanno poi messo i risultati in relazione con il cosiddetto “bomb peak”. Grazie a questa comparazione, sfruttata per la prima volta per valutare l’autenticità di un quadro, si è concluso con assoluta certezza che la tela su cui è stato dipinto il quadro è posteriore al 1959, dunque successiva di almeno 4 anni alla morte del pittore francese (1955).
La ricerca è stata compiuta al Laboratorio per l’ambiente e i beni culturali (LABEC)  di Firenze in collaborazione con la sezione INFN di Ferrara e lo stesso Guggenheim di Venezia, nell’ambito delle attività della rete INFN dedicata allo studio e alla diagnostica dei beni culturali. Lo studio è pubblicato sulla rivista scientifica “The European Physical Journal Plus”(EPJ Plus).....  C   LE SCIENZE