Giovanna Guardiani - Buongiorno signor Ecoprogresso! *recensione



 

Nota critica su Giovanna Guardiani: Un dono per me un dono per te (Montag, 2012)

 

http://www.edizionimontag.com/shop/scheda.asp?id=342

 

*intervista all'autrice 7/8/2012

http://lasinorosso.myblog.it/archive/2012/08/07/giovanna-guardiani-un-dono-per-me-e-per-te-intervista.html


 

Per una delle più autorevoli case editrici cosiddette minori, appena edito, si segnala certamente Giovanna Guardiani con “Un dono per me un dono per te”.  Un diario atipico, quasi scansionato in 3 software esistenziali, cifra non facile e ridondante spesso altrove, invece – in questo lavoro – colmo di leggerezza dell’essere, esca piacevolissima per i lettori destinatari.

Atipico, in quanto non autoreferente ma nelle diverse fasi sempre connesso come sguardi prevalenti anche al mondo esterno nel suo divenire, l’altro visto naturalmente da sé: parola feedback vincente.


Sullo sfondo quasi una dinamica intenzionale psicoletteraria, capace soprattutto nelle fasi … dedicate all’infanzia e ai viaggi di evocare orizzonti immaginari e narrativi, dimenticando… la dimensione comunque “quotidiana” e reale (dell’autrice) costante.


Sia ben chiaro un fare anima e cuore oppure una visione in trasparenza danzante tra Sé e la vita temporale,  poetica, non ridutivamente analitica, certi echi del Freud letterario (Premio Goethe…) o del più recente Hillman.  


E nella scansione dell’infanzia, pagine che sembrano quasi micro fiabe del nostro tempo: una eco ricognizione letterale e aideologica in certo c’era una volta sociale, nelle campagne, dove fiori, boschi, giardini, semplici sentieri, antenati erano giochi di specchio magico dell’umana esistenza: una personizzazione della dialettica Homo-Natura andata certamente perduta dall’accelerazione moderna non assimilata nei suoi pur possibili download… per nuove sintesi possibili.


La scansione dei viaggi  in età adulta dell’autrice rilancia tale tecnomagia in dinamiche ovviamente differenti, pure con la medesima empatia naturale con città e umani (figli e amici): tra il viaggio come mito e iniziazione dei secoli scorsi e il viaggio come fuga e passatempo consumista, altra modulazione è infatti possibile,  un apprezzabile carpe diem squisitamente femminile (come archetipo psichico), il talento della bambina…  sempre energia solare necessaria per tutta la vita vivente…


Certa scansione, inoltre, centrale del volume, anche parzialmente nel viaggio a Cuba, riflette invece pagine di forse insolita oggi critica sociale al mondo della scuola: l’autrice, insegnante elementare, cambia ritmo e scenari, tra ricordi degli anni settanta attraversati- come noto- da forti fermenti innovativi e  ribelli e  diagnosi contemporanee, altro esempio, contestato giustamente dall’autrice, di un progresso senza creatività: poco importano metodologie anche “cibernetiche” se il sistema operativo non affonda (in tal caso le risorse umane) in motori carichi di passione e senso globale sulle cose del mondo stesso, soprattutto nella scuola, vero e proprio registro di sistema della futura umanità…


Tale quasi nostalgia della libertà…  caratterizza anche certa prosa quasi sociologica sul già accennato viaggio di Cuba: molto attenta la scrittrice , realistica e significativa sull’ex miracolo di Fidel Castro; a volte alcune righe letterarie ben più perspicaci di certa Intellighenzia attardata e utopica.


Peraltro, una utopia diversa, più lieve e soggettiva, ma liquida e immateriale come un chip che fa funzionare un computer intero, attraversa eccome questo Dono fatto scrittura: controcorrente, la scrittrice ha lanciato un medium-messaggio finalmente positivo, a tratti la miglior new age della Ferguson o del miglior Fromm:  tra Avere e Essere nessun aut aut, una questione di desiderio del vivere  nella propria passeggiata terrestre che comunque genera scenari concreti di stupore e godimento esistenziale.  


In un movimento quasi paradossale e interessante:  bioritmi sempre dall’infanzia natura e il dinaminismo…  mentale del volo, non ultimo le virate  del gabbiano di Bach.  Un messaggio non banale!


 

*RobyGuerra