Magia ed altre arti occulte sono spesso citate nella Bibbia. La si condanna e la si mette spesso in ridicolo. Nel Vecchio Testamento pè praticata in genere da stranieri, e le religioni straniere sono considerate una specie di magia, al pari dell'atteggiamento degli antichi Greci, come emerge dalle incomprensione della religione persiana. Analogamente gli Ebrei si scandalizzarono per le pratiche degli ambasciatori di Nabudonosor II nel 586. Del resto il Libro di Daniele narra di un giovane indovino ebreo che sbaraglia gli indovini babilonesi. Nell'antica Israele la magia era scarsamente praticata e contro di esse erano previste sanzioni nelle leggi mosaiche: la magia era paragonata, infatti, all'idolatria. La tarda magia ebraica, risultato di un processo sincretistico, oltre che di una stratificazione multietnica, e appartiene al periodo talmudico. Non a caso nel tardo mondo antico gli Ebrei ebbero la reputazione di essere maghi formidabili, in una sorta di commistione di religione e di magia.Le radici della tradizione della cabala risalgono appunto alla fase palestinese. La cabala si configura come un momento devozionale e mistico dotato anche di elementi magici. I cabalisti pensavano che la cabala fosse un sistema che consentisse di una comunione diretta con Dio, nella discesa e nell'incarnazione delle anime, nonchè della loro trasmigrazione. Secondo i cabalisti il mondo è abitato da demoni e gli uomini hanno bisogno di amuleti per difendersi. Il filone cabalistico ha consevato una gran parte della scienza occulta derivante dalla cultura ellenistica, aggiungendo ad essa motivi neoplatonici. Il misticismo ebraico medievale prosegue su tale percorso, aprendo peraltro nuove vie di spiritualità (Maimonide), anche recependo l'influenza dell'Islam spagnolo e del Maghreb, nel cui contesto prosperò.
Casalino Pierluigi