Ferrara: piove dopo 6 mesi, Governo locale sott'acqua

 

Abilità Assessorile

La Nuova Ferrara riferisce in un articolo odierno (4/09/2012) che l’assessore Aldo Modonesi, al termine di una mattinatadi verifiche, ha divulgato: «Abbiamo chiesto adHeraunreport sulla situazione delle caditoieanche per intervenire inmanieratempestiva dove cenefosse bisogno».

Notando quello strano condizionale: “dove ce ne fosse bisogno”, viene spontaneo chiedersi cos’abbia riscontrato l’ineffabile Modonesi nelle sue autorevoli verifiche: l’esistenza di una lunga serie di caditoie funzionanti come inghiottitoi carsici? O strade che assumendo con la pioggia aspetti lacustri, rievochino, in accordo con gli assessorati alla kultura e all’urbanistica, l’antico fascino della primigenia città sorta su isolette del grande fiume (alla faccia dei passanti a piedi o in bici, irrorati dalle auto in transito come se fossero aerei Canadair)?

Lascia perplessi pure la sua richiesta ad Heradi un report della situazione”: crede forse che le caditoie siano oggetti specialistici, individuabili solo da esperti con strumentazione ad hoc (i famosi rari occhi-non-foderati-di-prosciutto) per discriminarle a colpo sicuro dai normali chiusini dei pozzetti? O il Comune è così inidoneo a redigere una lista di caditoie otturate da dover pregare il controllato di controllarsi da solo? Se così fosse, il Comune potrebbe estendere il concetto collaborativo da Hera ai cittadini anche sul versante delle infrazioni per divieto di sosta. A meno che non creda che Hera sia più onesta dei cittadini… Ma attenti ad ammetterlo: i ferraresi potrebbero una volta tanto offendersi parecchio.

Sempre nello stesso articolo, riguardo agli allagamenti segnalati ai sottopassi di vialePoe via Ricciarelli,l’ineffabileha inanellato un’altra perla di rara saggezza: «Si tratta di problemidovuti a black outdell’energia elettrica che ha fermato le pompe».

Indipendentemente dal fatto che l’asserzione sembra la spiegazione di un coccolone capitato a Giovanni data da Aldo a Giacomo: “Si tratta di normalidifficoltà dovute a stasi ossigenativaprodotta dal cuore che ha fermato la circolazione sanguinosa”, in tutta evidenza all’assessorato ai lavori pubblici il concetto di black out elettrico è ancora nel limbo delle conoscenze futuribili come la materia oscura per gli astrofisici. Non si spiega altrimenti come i black out intervenuti in viale Po e via Ricciarelli (vie poste agli antipodi della città) non abbiano drammaticamente lasciato al buio l’intera città.

Che delle pompe si fermino quando manca l’energia elettrica è pacifico, ma non occorre spegnere la luce a tutto il territorio (black out) per fermarle: basta che scattino le protezioni elettriche dei motori o delle loro linee, poste sui quadri elettrici che li alimentano. In mancanza di manutenzione o difetti d’isolamento le pompe ferme non danno mai problemi, è quando devono intervenire per la pioggia che i guai da mancata manutenzione elettromeccanica emergono. Basta anche che penetri acqua piovana sugli equipaggiamenti elettrici per buttare tutto fuori servizio.

Caro ineffabile assessore, sappia che i black out sono molto democratici e tolgono corrente a tutti, anche al Palazzo. Per quanto sia preso da elevati pensieri assessorili, nell’eventualità che ne avvenisse uno, se ne accorgerebbe immediatamente anche lei insieme alle pompe aspiranti dei sottopassi, senza necessità di dover apprendere la notizia dai giornali.

In altri termini, com’è lo stato di manutenzione di quei gruppi pompe?! O anche qui deve chiedere al controllato Hera di controllare l’ineccepibile operato di Hera?

 

Paolo Giardini