Carmelo Strano: sull'arte extreme di Vitaldo Conte "Pulsional Gender Art" (Avanguardia 21)


 
 quotidiano ‘La Sicilia’ (Catania 5 giugno 2012), di CARMELO STRANO (storico dell’arte e ordinario di Estetica e Storia dell’Arte all’Università di Catania) a proposito dell’arte estrema, in riferimento al mio libro Pulsional Gender Art (Avanguardia 21 ed.).

      

 

L'ARTE «EXTREME» INTORNO AL CORPO 

Le novità in arte hanno sempre il sapore della sorpresa che la generalità dei fruitori vive come disturbo. L'arte non è un peccato di gola verso il quale siamo inclini, ma di cultura. Solo se questa è fortemente praticata e supportata da un carattere curioso e aperto, la “devianza" o il corso nuovo dell'arte potranno farci voltare le spalle alle abitudini. Che succede oggi in fatto di novità? Nulla e di tutto. L'intensa parabola delle avanguardie otto-novecentesche e delle neoavanguardie ha prosciugato ogni inventiva. Inoltre, ci siamo svincolati da qualsiasi coordinata e da punti di riferimento precisi, sicché ogni azione artistica è quasi sempre caratterizzata da anarchia formale, eclettismo, citazionismo, con esiti omologati. Ma c'è chi si allontana dalla forma per l'attualità e la comunicazione. E' il caso di due neostar, l'inglese Damien Hirst e il nostro Maurizio Cattelan.

Ma si affaccia un'arte sociologica fortemente collegata alla psiche. Anzi, il combine sociologia e psicologia si basa sul fatto che si dà forma alla propria pulsione in termini di performance e quindi di coinvolgimento della gente, e così infatti si va oltre il mero sfogo personale. Ne parla il critico e artista romano Vitaldo Conte, docente all'Accademia di Catania, impegnato in questo filone sin dagli anni '80. Il suo volume "Pulsional Gender Art", da poco uscito presso Avanguardia 21 Edizioni, passa in rassegna su scala internazionale le manifestazioni artistiche. Comunque arte o no (non tutti sono d'accordo), si tratta di comportamenti "extreme". Performance, si diceva. E autoreferenziale. Sul terreno aggiornato della Body Art, il corpo torna protagonista dell'azione navigando per vari torrenti: segno-ferita, transgender, cybersex, human installations, beauty make up, sciamanesimo, e chi più ne ha più ne metta. Più extreme dell'extreme? Eccolo: il postporno o l'anonymus hacker o le "mistiche" (e sì) del bondage, ossia, dirla con la poetica della vecchia star Christo, l'impacchettamento del proprio corpo stretto dalla corda talvolta fino al masochismo pericoloso. L'autore unisce un piglio stilistico asciutto e discorsivo (a mo' di reportage, ma allo stesso tempo inventivo) a rapidi commenti che legano queste pratiche neo o parartistiche ai segni del nostro tempo o alla storia.

Perno essendo il corpo, si ha così l'opportunità di riconsiderare tante esperienze avanguardistiche, dal travestimento di Duchamp (lo stesso Vitaldo Conte è capace di mutare in Vitaldix, suo alterego creativo) alle esperienze dandy e decadentistiche che fondono arte e vita (che dire di Oscar Wilde e di D'Annunzio?), alle esaltazioni sinestesiche futuriste (simultaneità ecc.), con la nota rosa di Valentine de Saint-Point. Scrittrice, artista, danzatrice, esaltò senza riserve l'eros e scrisse, fra il 1912 e '13, "Il Manifesto della donna futurista" e il "Manifesto futurista della lussuria". In questo secondo invoca la "superfemmina". Un pendant, questa "amante luciferina" (animatissima), con la supermarionetta (l'esigenza di una presenza inanimata in teatro) introdotta nella scenografia da Gordon Craig, cinque anni prima?

 

 Carmelo Strano